Salute Fvg: da assestamento di bilancio 10mln per abbattimento liste d’attesa
“Mettiamo a disposizione 10 milioni di euro con i quali far fronte al problema legato ai tempi d’attesa in sanità. Si tratta di misure che richiameranno una conseguente delibera della Giunta la quale, a sua volta, definirà i contenuti dei piani, affidati alle Aziende sanitarie: su proposta delle stesse Aziende, in ordine alle criticità che presenteranno e nelle forme che rideranno più opportune, prenoteremo le risorse. Per obiettivi legati al 2023 utilizzeremo due strumenti principali: il riconoscimento di prestazioni aggiuntive da parte del personale dipendente della sanità pubblica, con ricorsi a maggiori monte ore e l’utilizzo delle forme di privato accreditato già nei rapporti contrattuali con le Aziende sanitarie, anche la possibilità di contratti a tempo determinato”.
Insomma stessi problemi, stesse criticità stessa ricetta. Ma le opposizioni non ci stanno e sul tema salute è stato un fuoco di fil a iniziare dal Partito Democratico: “Per la situazione in cui versa la sanità regionale e a fronte delle enormi risorse finanziarie disponibili per il prossimo Assestamento di bilancio, riteniamo sia necessario e doveroso fare di più di quello che la Giunta Fedriga prevede, aumentando le risorse e rendendole disponibili subito per dare una fondamentale risposta a operatori e cittadini, oltre a chiarire una scelta di campo a favore del sistema pubblico”. Così in una nota i consiglieri regionali Dem Roberto Cosolini, Manuela Celotti, Nicola Conficoni, Laura Fasiolo, Enzo Martines e Andrea Carli a margine dell’illustrazione del disegno di legge sull’Assestamento di bilancio 2023-25 . “La preoccupazione che tutto il Pd esprime – continuano i consiglieri – riguarda l’insufficienza di quanto si stanzia con questa manovra, rispetto a quello di cui in realtà la sanità ha bisogno e che si potrebbe stanziare. È indispensabile che venga riservata più attenzione e una priorità maggiore al pubblico per l’abbattimento delle liste d’attesa e che i piani presentati dalle aziende per contrastarle presentino obiettivi anche con innovazioni gestionali che poi possano essere valutati”. Secondo i dem, inoltre, “è necessario rilanciare la pianificazione zonale in ambito sociale: assistiamo, infatti, a una recrudescenza dei fenomeni di povertà ed esclusione sociale e per questo dobbiamo dare risposte alla fascia di popolazione non autosufficiente. La risposta, quindi, non può che ricercarsi nell’integrazione tra politiche sanitarie e sociali”. “Infine – conclude Cosolini – è necessario un salto di qualità che trasversalmente non è mai stato fatto in Friuli Venezia Giulia: al di là della spesa, è importante accentuare la qualità del controllo di quest’ultima, dove assume un ruolo importante anche la responsabilità dei manager ai quali competono le scelte, accanto all’azione svolta dalla politica”. Diretta al cuore del problema la consigliera regionale Manuela Celotti: “Per contrastare le liste d’attesa, la Giunta regionale abbia il coraggio di dare un’indicazione chiara alle Aziende sanitarie affinché i 10 milioni già stanziati si investano sul Sistema pubblico e non lasciando la possibilità di usarli anche attraverso il maggiore ricorso al privato convenzionato”.
Tra gli interventi sul tema anche quello della consigliera regionale Simona Liguori, di Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, che ha posto l’accento “sull’importanza delle cure palliative”. Quale sia lo stato di realizzazione dell’hospice pediatrico all’istituto materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste, è stato uno dei temi affrontati dalla rappresentante dei civici. “Nel momento delle cure di fine vita – spiega la Liguori in una nota – diventa essenziale la possibilità per genitori e familiari di stare fisicamente accanto, nell’hospice, al proprio bambino. In particolare questo è ancora più importante quando l’assistenza nella propria abitazione non è praticabile”. Annunciando “un’interrogazione che faccia chiarezza su questo delicato tema, specialmente alla luce delle mancate azioni in seguito allo stanziamento di 800mila euro risalente a dicembre 2021”, la consigliera precisa “la necessità di garantire una funzione hospice nella rete locale di cure palliative pediatriche sia per l’azienda sanitaria udinese sia per quella pordenonese”.
Durissima sul tema salute la consigliera Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra): “Non c’è niente da fare: l’assessore Riccardi non intende rispondere alle questioni che gli vengono poste e considera, spesso con evidente ostilità, i consiglieri di Opposizione un fastidio di cui farebbe volentieri a meno”. Lo stigmatizza, in una nota, la consigliera Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) che oggi, in III Commissione, aveva richiesto all’assessore alcuni chiarimenti sui dettagli dell’art. 8 del disegno di legge di assestamento del bilancio regionale per il triennio 2023-2025. “Non ho avuto le risposte cui credo di aver diritto, in quanto componente del Consiglio regionale e intervenuta in sede di Commissione, in particolare – aggiunge Pellegrino – alle domande sull’esistenza eventuale di uno sforamento di spesa relativamente all’acquisto dei dispositivi medici, cioè della situazione che attraverso l’iniquo meccanismo del pay back, per il triennio 2015-2018, obbliga le imprese fornitrici a partecipare alla chiusura delle falle nei conti regionali, con costi insostenibili per i bilanci aziendali, tali da costringere molti alla chiusura e ai licenziamenti del personale”. “La situazione di crisi di questo settore – prosegue la consigliera – causata dall’enormità del pay back, non sembra preoccupare l’assessore Riccardi, che anzi si vanta della propria oculata amministrazione: senza essere incauti, questo ci permette di assicurare agli imprenditori fornitori di dispositivi medici che dal 2018 in poi non rischieranno più di dover contribuire con risorse private al superamento del tetto della spesa pubblica”. “Tuttavia, per il pregresso – aggiunge Pellegrino – avrei voluto sentire che l’Amministrazione del Friuli Venezia Giulia, in attesa dei pronunciamenti di merito sulle migliaia di ricorsi amministrativi e delle azioni del Governo, non intende avvalersi della facoltà di compensazione, rinunciando cioè ad utilizzare i crediti delle imprese fornitrici per compensare quanto dalle stesse dovuto alla Regione”. “Nessun approfondimento chiarificatore nemmeno sulle azioni previste per il piano straordinario diretto ad ottimizzare l’organizzazione nella prospettiva dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie prenotate fino al 31 dicembre 2023. Mi pareva ragionevole – rimarca la consigliera – voler capire cosa sia il reclutamento di personale sanitario con assunzioni a tempo determinato e in deroga ai Contratti collettivi di settore o integrare gli acquisti di prestazioni da privati titolari di accordi contrattuali per un maggior recupero delle prestazioni non erogate dalle strutture pubbliche”. “Mancando i chiarimenti, non resta che immaginare che si tratti dell’ennesima esternalizzazione ai privati a scapito del Ssr, sempre più svilito e depauperato da un quinquennio legislativo che ha demonizzato il pubblico – conclude Pellegrino – acquistando prestazioni dai privati accreditati”.
Anche il consigliere di Open Fvg Furio Honsell lamenta la poca trasparenza dell’azione dell’assessore Riccardi: “Oggi, in III Commissione del Consiglio regionale, spiega Honselle in una nota, abbiamo assistito alla proposta di assegnazione di risorse finanziarie molto significative per finalità urgenti quali la riduzione delle liste d’attesa (10 milioni) e decine di altri milioni per spese correnti e infrastrutture direttamente a favore delle Aziende sanitarie. Ancora una volta però, così facendo, tali risorse escono dai radar del Consiglio regionale”. “Il controllo sull’uso di queste risorse – prosegue Honsell – e quindi sull’efficacia del loro utilizzo, su quale percentuale di queste risorse andrà a strutture private e quanto invece a sostegno del servizio pubblico, potrà essere scoperto solo attraverso accesso agli atti o interrogazioni. Questi strumenti purtroppo sono molto indiretti e tardivi”. “Ancora una volta – chiosa il consigliere di Centrosinistra – le grandi questioni sul futuro della sanità pubblica non vengono più affrontate in Consiglio regionale. Domande precise su come verrà assicurato il personale pubblico a tutte le strutture per la sanità territoriale e la medicina di popolazione previsti dal Pnrr, non hanno ricevuto risposta”.