Sanità del Fvg allo sbando. Liste d’attesa e operatività ospedaliera nel marasma
Quando si è costretti da un malanno a doversi sottoporre a controlli periodici, soprattutto se la malattia è potenzialmente letale, è invalidante o genera sofferenze, a queste si aggiunge un calvario inaccettabile. Si entra in uno strano tunnel dell’assurdo che riguarda la burocrazia sanitaria e soprattutto la roulette delle prenotazioni. Infatti nonostante la disponibilità e gentilezza degli operatori telefonici del Cup, che provano a far quadrare le necessità del paziente con quelle di un sistema di diagnostica alla canna del gas, si è sempre di più nel marasma ed è evidente che sono scarse le possibilità di far quadrare le cose in tempi accettabili anche se, in teoria, tutto dovrebbe rientrare nella tempistica stabilita dal prontuario delle prescrizioni, questo soprattutto in pazienti con problematiche complesse che necessitano di visite e diagnostica multipla. Oltre ai tempi c’è anche il fatto che i pazienti, che non tutti hanno possibilità di mobilità autonoma, sono sballottati da una località all’altra della regione, tanto che, scherzando, si potrebbe sospettare che vi sia un accordo con Promoturismo. Ma in realtà spesso la situazione è drammatica e non si tiene conto dello stato psicologico delle persone spesso vulnerabili che alla fine, in molti casi, preferiscono abbandonare cura e prevenzione. Ogni tanto salgono agli “onori” della cronaca casi eclatanti che però sono solo la punta dell’iceberg. L’ultimo episodio un paio di giorni fa che ha visto l’ingresso della sanità Fvg nella cronaca nazionale, conferma di quanto localmente, da mesi, se non anni, è più che noto. La sanita targanta Riccardi/Fedriga non funziona, è allo sbando. Ora l’ennesimo episodio rimbalzato sulle pagine del quotidiano La Repubblica riguarda in particolare una paziente di Latisana. Titolava Repubblica: “Friuli, sconfigge un tumore e prenota la visita di controllo, prima disponibilità: fra cinque anni “
Secondo quanto riportato da Repubblica la ‘disavventura’ riguarda un paziente della provincia di Udine, di Latisana, reduce da intervento chirurgico per l’asportazione di un melanoma che per prevenzione deve fare delle visite periodiche di controllo per scongiurare possibili recidive del male. In passato spiega il paziente le visite annuali mi venivano fissate direttamente dal reparto di dermatologia dell’ospedale di Pordenone, poi arriva una comunicazione: “Da quest’anno devo fissare le visite tramite il Cup. Dopo aver fatto fare dal medico di famiglia la prescrizione – va avanti il paziente- mi sono recato al Cup di Latisana per prenotare la visita. La prescrizione medica, vista la patologia pregressa, indicava priorità ‘D’ e pertanto da eseguirsi entro sessanta giorni. Potete immaginare la sorpresa quando ho visto che mi è stata fissata a Cordenons per il 24 aprile 2029. Sì, proprio così: tra cinque anni”. Da qui spiega al giornale il paziente l’inevitabile decisione: “Mi sono rivolto a un poliambulatorio privato” dove la visita gli è stata fissata per qualche giorno dopo ma, spiega, “su consiglio del funzionario dell’Ufficio relazioni con il pubblico dell’ospedale di Latisana, l’ho momentaneamente sospesa in attesa che trascorrano i sessanta giorni previsti così da poter chiedere il previsto rimborso come dal decreto legge 24 del 29 aprile 1998”. Detto questo è evidente che il sistema meriterebbe interventi massicci di riorganizzazione che non doverebbero essere in mano a chi negli ultmi sette anni ha gestito il sistema portandolo al tracollo. Ma non è solo la diagnostica a soffrire, ma anche l’operatività nelle cure delle stesse unità ospedaliere. Di oggi, proprio rispetto alla situazione di Latisana, l’accorato appello del Consigliere comunale Gianluca Galasso della lista civica Latus Anniae a fare qualcosa per “impedire il continuo depauperamento dell’ospedale: “Indispensabile evitare che altri dipendenti lascino l’Ospedale di Latisana”. Il fatto denunciato “responsabilizza noi tutti a chiedere a gran voce quali siano le linee di indirizzo della Giunta Fedriga-Riccardi sull’Ospedale di Latisana e sulla sanità della Bassa Friulana”. Queste le parole in una nota congiunta della Consigliera Regionale di Civica Fvg Simona Liguori del Co-Portavoce Regionale di Europa Verde e consigliere comunale di Carlino Claudio Vicentini. “La situazione dell’Ospedale di Latisana è estremamente preoccupante,” afferma la Consigliera Liguori. La perdita della chirurgia mammaria dell’Ospedale di Latisana è solo l’ultimo segnale di un progressivo depauperamento dei servizi che mette a rischio l’intero sistema sanitario locale i cui professionisti si sono distinti negli ultimi anni per offrire servizi di qualità alla popolazione. Il vero rischio è che a beneficiare di questo indebolimento sia l’Ospedale di Portogruaro, in Veneto, distante solo 13 km da Latisana. Non è giusto che strutture fuori regione siano pronte a cogliere occasioni che chi governa la Regione Fvg si lascia puntualmente scappare”. La Consigliera esprime inoltre preoccupazione per la possibile perdita di professionisti chiave: “Se continuiamo su questa strada, rischiamo di perdere altri professionisti in ruoli cruciali, portando il sistema al collasso.” Liguori ricorda che la situazione ha già allarmato le amministrazioni locali: “I sindaci del territorio hanno già sottoscritto atti d’aula per esprimere la loro preoccupazione. Come riportato nella mozione approvata l’8 agosto 2024 dall’Assemblea della Comunità Riviera Friulana, il bacino di utenza dell’Ospedale di Latisana comprende almeno dodici comuni per un totale di oltre 55.000 residenti e 9 milioni di turisti (tra Lignano e Bibione) che hanno diritto a vivere in sicurezza la propria esistenza, chi 12 mesi all’anno e chi anche solamente per qualche settimana o qualche giorno. Non possiamo ignorare le loro istanze”. La Consigliera e il referente di Europa Verde concludono con un appello all’azione: “È fondamentale che la Regione Friuli Venezia Giulia fornisca immediatamente chiarimenti e rassicurazioni sul mantenimento dell’integrità dei servizi offerti dall’Ospedale di Latisana. Dobbiamo preservare questa struttura strategica per la salute dei cittadini e per l’equilibrio del sistema sanitario regionale.”