Scandalo mense scolastiche di Udine, non passa la tesi che tutto quello che non ammazza ingrassa. Si è dimessa l’assessora leghista Elisa Asia Battaglia
Per tanti mesi le lagnanze su igiene e qualità dei cibi delle mense scolastiche erano state sottovalutate per non dire ignorate dal Comune di Udine e in particolare dell’assessore competente Elisa Asia Battaglia. Tutto sembrava essere ricondotto nell’alveo del proverbio “quello che non ammazza, ingrassa” che soprattutto nel passato era d’uso dire a chi faceva i capricci ed era titubante a mangiare. Peccato che in questo caso i “capricciosi” bambini e le loro eccessivamente preoccupate mamme avessero ragione. I cibi propinati dalla società “Ep Spa”, la società di Napoli che si era aggiudicata l’appalto per la fornitura alle mense scolastiche fosse scadente per qualità ed igiene, il tutto certificato da una indagine dei carabinieri del Nas. Molti indagati e quattro ai domiciliari. Ma quello che oggi tiene banco è il ruolo del Comune di Udine ed in particolare dell’assessora leghista all’istruzione Elisa Asia Battaglia. L’epilogo odierno ci racconta che si è dimessa. La restituzione delle deleghe da parte dell’assessore al sindaco Pietro Fontanini, che si è accollato le stesse, è stata comunicata dal Comune attraverso una nota ed è avvenuta dopo una riunione nella sede Lega a Reana.
“L’amministrazione comunale – si legge nella nota del Comune- guarda con fiducia al lavoro della Magistratura e auspica una definizione rapida delle responsabilità di questa grave vicenda che vede il Comune di Udine danneggiato in un servizio delicatissimo come quello delle mense scolastiche, i cui protagonisti sono i bambini e le famiglie udinesi”. Come prevedibile il caso aveva suscitato grande allarme nell’opinione pubblica e diverse reazioni critiche nel mondo politico e non solo da parte delle opposizioni che avevano chiesto al sindaco Fontanini il ritiro delle deleghe all’assessore Battaglia. Dal canto suo l’ormai ex assessore Battaglia aveva cercato non solo di minimizzare con la formula dell’ Atto Dovuto relativamente al suo ruolo di indagata ma di smarcarsi dalla vicenda con una dichiarazione che è stata smontata anche dalla presenza di intercettazioni telefoniche nelle quali il suo ruolo quantomeno di difensora dell’azienda oggetto dell’indagine e degli arresti. Aveva dichiarato a caldo: “Siamo fiduciosi, vogliamo che la magistratura faccia luce su questo caso. L’assessorato non entra mai nel merito degli appalti, l’esito viene comunicato all’assessore dopo la conclusione della gara seguita dall’ufficio competente. Mi sono sempre interessata alle problematiche emerse per le mense scolastiche. Già nei primi dieci giorni dopo l’affidamento del servizio avevamo riscontrato delle criticità e di conseguenza erano state applicate anche delle sanzioni”. Tentativo di puerile autodifesa che ha fatto ancora di più infuriare perfino alcuni suoi compagni di partito. Ma sotto accusa c’è anche il Sindaco che ha ignorato gli “allert” che già da tempo gli arrivavano, difendendo a spada tratta la sua assessora, per poi vedersi costretto, questa mattina, a scaricarla dopo che copiose arrivavano le notizie delle intercettazioni fra la Battaglia e l’azienda, in pratica per molte settimane gli investigatori avevano ascoltato e registrato le conversazioni telefoniche di alcuni degli indagati, ad ogni protesta e segnalazione che arrivava per la cattiva qualità del cibo propinato in mensa, la Battaglia invece di controllare la veridicità delle segnalazioni operava per mettere il silenziatore alle proteste facendo passare i genitori per dei fissati.