Sciopero generale dei trasporti, secondo i sindacati adesione massiccia anche in Fvg
E’ massiccia l’adesione dei lavoratori di Filt Cgil, Fit Cisl e UilTrasporti del Friuli Venezia Giulia allo sciopero generale del comparto trasporti che, per la prima volta, ferma assieme tutti i segmenti e le strutture dei trasporti. I primi dati si attestano intorno al 70% di adesioni nei settori della viabilità, del trasporto ferroviario e del comparto portuale. Inoltre secondo i primi dati di adesione nel settore del trasporto pubblico locale la media nelle quattro province si attesta intorno all’80% con picchi, per quel che riguarda il servizio urbano, del 95% a Udine e Pordenone.
L’agitazione, avvallata a livello locale nell’attivo unitario in cui si sono riuniti ieri i lavoratori, è partita stamani con i settori del trasporto ferroviario (9-17), Autovie Venete e Autostrade per l’Italia (9-17), mentre lo sciopero interessa i servizi marittimi nel corso dell’intera giornata, su tutto l’arco delle 24 ore. I lavoratori del trasporto pubblico locale su gomma incroceranno le braccia invece per 4 ore nel corso del pomeriggio e della serata odierna: a Pordenone tra le 12.30 e le 16.30 per il servizio urbano e tra le 17.10 e le 21.10 per quello extraurbano, a Trieste tra le 18.30 e le 22.30, a Udine tra le 17.30 e le 21.30 e a Gorizia tra le 17.15 e le 21.14. Si chiuderà con lo sciopero del trasporto aereo in programma il 26 luglio per l’intera giornata.
“I primi dati sulle adesioni sono confortanti”, hanno dichiarato i tre segretari di categoria Valentino Lorelli (Filt-Cgil), Lilli Bigoni (Fit-Cisl) e Michele Cipriani (Uiltrasporti) dal presidio allestito stamani, tra le 10 e le 12, in piazza Unità a Trieste. Segno evidente che i lavoratori – circa 17 mila in Friuli Venezia Giulia quelli dell’intero comparto dei trasporti, di cui 10 mila nell’autotrasporto e nella logistica, 1.800 nelle ferrovie e altrettanti nel Tpl, 2mila nel comparto portuale e circa 1.500 tra strade, autostrade, aeroporti e impianti a fune – hanno condiviso le ragioni alla base della mobilitazione. Prima fra tutte la necessità, slogan dello sciopero, di rimettere in moto il Paese, puntando anche sugli investimenti nelle grandi opere strategiche.
A livello locale lo sciopero vuole essere anche un messaggio lanciato alla Giunta Fedriga a cui i sindacati chiedono “una politica delle infrastrutture che metta in rete i porti, gli interporti, le zone industriali, connettendole in modo più efficace alla rete ferroviaria, alle autostrade, all’aeroporto. Gli interventi prioritari per realizzare questo obiettivo sono il potenziamento della ferrovia nelle tratte Trieste -Monfalcone e Cervignano-Udine, l’aumento della capacità delle altre principali linee, il miglioramento dei collegamenti passeggeri con l’aeroporto di Ronchi, con il resto del paese e internazionali, il completamento rapido della terza corsia A4”.
Tra gli altri nodi cruciali portati sul tavolo dai sindacati di categoria ci sono anche la chiusura della gara per il servizio di Tpl, «per poter procedere in tempi rapidi alla sottoscrizione del contratto di servizio, l’affidamento del trasporto regionale su ferro, finalizzato anche al rinnovo della flotta dei treni e agli investimenti infrastrutturali», la «valorizzazione del ruolo strategico di Fvg Strade e Promoturismo». Restano poi al centro della protesta di questa settimana calda, oltre alle vertenze sui rinnovi dei contratti, a partire da quelli della mobilità, Tpl e attività ferroviarie, scaduti nel 2017, e del comparto portuale, scaduto nel 2018, anche le grandi battaglie sindacali come la tutela dei lavoratori impegnati negli appalti ferroviari, le cause dei drivers e degli addetti al facchinaggio, la sicurezza sul lavoro, il contrasto alla concorrenza scorretta e al dumping contrattuale nell’ambito della logistica.