Sospensione Schengen, la preoccupazione dei consigli sindacali interregionali. Si auspica il «rapido ripristino» della libera circolazione

Un «rapido ripristino della libera circolazione» tra i Paesi dello spazio Schengen. È quanto auspicano, in un documento approvato oggi a Riccione, i rappresentanti dei Consigli sindacali interregionali attivi lungo le frontiere italiane, tra i quali il Csi Nordest, costituito da Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia con i sindacati sloveni Zsss e Ks90. Votato all’unanimità, l’ordine del giorno esprime la «forte preoccupazione» dei Consigli per la sospensione del trattato ai confini con Austria e Slovenia, in quanto elemento che «ostacola la libera circolazione dei lavoratori frontalieri», con pesanti effetti soprattutto per i lavoratori provenienti dalla Croazia, e penalizza il tessuto economico e sociale dei territori coinvolti, senza essere un «credibile deterrente all’entrata di eventuali soggetti pericolosi». Di seguito il testo integrale dell’ordine del giorno.

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«I rappresentanti dei Csir che interessano il territorio italiano esprimono grande preoccupazione per la sospensione del trattato di Schengen ai confini con la Slovenia e con l’Austria, in quanto elemento che ostacola la libera circolazione dei lavoratori frontalieri e che penalizza lo stesso tessuto economico e sociale del territorio, senza peraltro poter costituire un credibile deterrente all’entrata di eventuali soggetti pericolosi per la pubblica sicurezza.

I Csir, dunque, auspicano un rapido ripristino della libera circolazione tra i paesi, considerando che per i lavoratori frontalieri provenienti dalla Croazia e impiegati in territorio italiano vi sono due controlli da subire ogni giorno, per recarsi sul posto di lavoro, posto che anche la Slovenia ha deciso di sospendere l’applicazione del trattato. In questo senso, è opportuno ricordare che la maggior sicurezza nello Spazio Schengen si ottiene piuttosto con un rafforzamento dei controlli ai confini esterni di tale area, che nella sua parte orientale riguarda principalmente la Croazia».