Supporto agli scienziati in fuga dalle guerre: tre organismi internazionali lanciano un appello all’azione

Scienziata in fuga dalla Siria

Il 20 Aprile 2022, tre organizzazioni scientifiche internazionali, The World Academy of Sciences (UNESCO-TWAS) e la InterAcademy Partnership (IAP), entrambe
con sede a Trieste, e lo International Science Council (ISC) con sede a Parigi, presenteranno la dichiarazione “Supportare gli scienziati a rischio, migranti e rifugiati:
un appello all’azione”, sviluppata nell’ambito dell’iniziativa “Science in Exile”  (https://scienceinexile.org/).
L’evento può essere seguito in diretta, registrandosi qui: https://unescoorg.zoom.us/webinar/register/WN_HNt90Eg0SG-v9d3Nn-6m2Q. Secondo stime dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in tutto il mondo nel 2021 sarebbero più di 84 milioni le persone che sono state costrette ad abbandonare il proprio paese per sfuggire a guerre, instabilità socio-politica, persecuzioni e cambiamenti climatici. Fra essi, moltissimi sono scienziati, medici, ingegneri, studiosi con una formazione tecnica avanzata, i quali subiscono le conseguenze derivanti dallo scoppio di un’emergenza o di crisi prolungate nei paesi di origine. Coloro che sopravvivono spesso sono costretti a lasciare le proprie case, o a migrare in paesi vicini e lontani, senza lavoro né prospettive. Costoro sono, in realtà, un’inestimabile risorsa per la comunità scientifica mondiale, poiché depositari di conoscenze, sistemi e dati scientifici la cui perdita ha gravi conseguenze per il mondo scientifico nazionale e internazionale, e per la società nel suo insieme. “Il Rapporto dell’Unesco sulla Scienza, pubblicato nel 2021, sottolinea come la comunità internazionale debba impegnarsi per garantire che le competenze e la formazione degli accademici e scienziati migranti e rifugiati non vadano sprecati, e che gli scienziati conservino e sviluppino le loro competenze, per il loro bene, ma anche per quello dei paesi di origine e dei paesi ospitanti”, ha evidenziato il Presidente di UNESCO-TWAS, Mohamed Hassan, dal Sudan.
“La TWAS lavora su questo fronte dal 2017, e nel marzo 2021 ha lanciato l’iniziativa “Science in Exile”. All’iniziativa partecipano scienziati a rischio, migranti e rifugiati, ma
anche organizzazioni attive in questo ambito e difensori della scienza e della pace a livello internazionale, per rafforzare i sistemi che supportano, proteggono e promuovono l’integrazione degli scienziati minacciati e colpiti dalle crisi in atto”, ha aggiunto Hassan.  ”Oggi, insieme a decine di scienziati e organizzazioni in tutto il mondo, riaffermiamo la nostra visione comune: costruire un movimento internazionale che favorisca la protezione di questi accademici, con l’obiettivo ultimo di migliorare la scienza e contribuire allo sviluppo dell’umanità”, ha aggiunto Sir Richard Catlow, Co-Presidente di IAP ed ex-Segretario agli Esteri della Royal Society UK.
Sua Altezza Reale Principessa Sumaya bint El Hassan, Ambasciatrice dell’UNESCO e relatrice nell’evento di Science in Exile del prossimo 20 Aprile, ha sottolineato che: “La scienza rappresenta una risorsa comune a tutta l’umanità, che può contribuire a ricostruire e migliorare le comunità, l’economia e l’ambiente. Proteggere le comunità
scientifiche che sono state danneggiate nelle regioni del mondo in crisi risulta essenziale per favorire un processo di recupero e di ricrescita”. “Quante organizzazioni scientifiche, università, enti finanziatori e governi sono consapevoli del valore di questo capitale umano? Del fatto che gli scienziati a rischio, migranti e rifugiati, creano valore e lo apportano ai paesi ospitanti e allo sviluppo in generale, oltre ad avere un ruolo nella ricostruzione e nella promozione della pace nei paesi d’origine. Quante organizzazioni sono consapevoli del fatto che dovrebbero sostenere pienamente i programmi che forniscono supporto a questi scienziati? Dobbiamo tutti capire che aiutare questi scienziati non è solo un dovere come essere umani, ma è fondamentale per promuovere e salvaguardare lo sviluppo della comunità scientifica nazionale, internazionale e regionale”, ha affermato Saja Al Zoubi, studiosa siriana della Saint Mary’s University, in Canada, e membro del Comitato Direttivo di Science in Exile.
“Il conflitto in corso in Ucraina ci ricorda la tragedia umana della guerra e delle migrazioni forzate, e che interrompere carriere e studi può avere conseguenze di lunga
durata a livello globale per la ricerca scientifica. Dobbiamo agire insieme per aiutare gli scienziati a rischio, migranti e rifugiati a crescere”, ha affermato Sir Peter Gluckman, presidente dell’ISC. La Dichiarazione di Science in Exile, alla cui redazione hanno contributo scienziati e partner coinvolti nell’iniziativa, definisce sei impegni principali, necessari per sostenere e proteggere studiosi e scienziati a rischio, migranti o rifugiati, sia nell’immediato che nel lungo periodo, affinché possano continuare a fornire il loro legittimo contributo al mondo scientifico. Gli impegni sono:

1. Preservare le fondamenta della scienza e salvaguardare l’indagine le
ricerche, i dati e le istituzioni scientifiche
2. Proteggere e sostenere gli scienziati e il loro lavoro in caso di guerre e
conflitti, sconvolgimenti politici e repressioni, e disastri naturali causati
dall’uomo.
3. Sostenere gli scienziati a rischio, migranti e rifugiati affinché possano
partecipare pienamente ad attività di sensibilizzazione e supporto a favore di
colleghi: sono loro i migliori rappresentanti di questa causa.
4. Sviluppare meccanismi allineati agli standard internazionali in grado di
identificare e riconoscere le capacità, le conoscenze e i titoli professionali
degli scienziati a rischio, migranti e rifugiati.
5. Proteggere la future generazione di scienziati, attraverso programmi di
supporto per studenti e ricercatori nelle fasi iniziali della loro carriera, che
sono stati costretti a emigrare o sono rifugiati.
6. Ricostruire i sistemi scientifici nazionali all’indomani di conflitti o disastri
e sostenere il ritorno volontario e sicuro degli scienziati.
La Dichiarazione, già firmata da 15 organizzazioni sarà presentata per la prima volta il 20 aprile, data a partire dalla quale università, accademie scientifiche, organizzazioni non governative, governi, organizzazioni internazionali, gruppi di scienziati appartenenti alla diaspora e altri, potranno sostenere e firmare il documento.
UNESCO-TWAS, IAP e ISC esortano le organizzazioni parte della comunità scientifica e del mondo umanitario a unirsi ai loro sforzi. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa Science in Exile, sulla Dichiarazione e su come firmarla: https://scienceinexile.org/