Tartarughe morte, la Regione si mette il bavaglio ed é omertà sul killer
“Capiamo l’imbarazzo della Giunta regionale, ma questa volta ci vergogniamo noi per loro. Ci vergogniamo di non ricevere mai risposte su temi che hanno a che fare con animali, salute e salute del nostro ambiente. invece di prodigarsi a cercare risposte, la Giunta continua a non vedere. Vale per i nostri mari, ma vale anche per l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, la terra che coltiviamo, i polli che mangiamo”. È il commento dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, alla risposta dell’esecutivo all’interrogazione, presentata due settimana fa, sulla moria di tartarughe in Friuli Venezia Giulia.
“Nell’interrogazione abbiamo chiesto quali fossero le cause dei copiosi ritrovamenti (addirittura sedici) di tartarughe spiaggiate sulle nostre coste – spiega Dal Zovo -. Ritrovamenti sicuramente anomali se pensiamo che si sono concentrati in un periodo brevissimo: poi più nulla si è saputo, né di ulteriori spiaggiamenti né degli esiti degli esami effettuati sulle carcasse. La Giunta si è dimostrata stranamente molto pronta a chiudere la pratica rispondendoci in fretta e furia, rispetto agli standard, ma dicendoci che non è in grado di fornirci una risposta perché gli esami sono tuttora in corso. Una risposta a dir poco evasiva che sa di presa in giro, perché i dati ci sono”.
“Lo scorso luglio l’Istituto Zooprofilattico, infatti, ci mise due settimane dal rinvenimento, per fornire i risultati dell’esame autoptico – ricordano Dal Zovo e Sergo -. Siamo comunque sicuri che questa volta, a differenza di quanto avvenuto in passato, l’Azienda Sanitaria, la Regione e Arpa FVG renderanno pubblici gli esiti e le relazioni scritte su questi ritrovamenti. È emblematico quanto successo nel novembre 2013 quando, a fronte delle carcasse spiaggiate sulle nostre spiagge, Arpa FVG si affrettò ad annunciare i dovuti controlli e le analisi del caso rimandando a successive comunicazioni circa gli esiti delle stesse: comunicazioni che non sono mai state più fatte, esiti che non sono mai stati resi pubblici”.
“Solo l’interesse di una studentessa dell’Università di Padova – proseguono i consiglieri – ha portato alla luce che una delle tredici tartarughe analizzate sei anni fa presentava emorragie muscolari a livello omero-pettorali e un versamento emorragico in cavità celomatica e che nel suo corpo venne isolato il batterio dell’escherichia coli. Ma non fu l’unico caso di batterio isolato in quelle carcasse, praticamente tutte ne avevano qualcuno”.
“Perché questi dati non vennero mai divulgati? Perché questo silenzio e questo imbarazzo? Perché dopo tre anni di ordinanze sulle coste per la presenza di escherichia coli nessuno vuole dare una risposta certa sulla fonte di emissione? Perché si continuano a minimizzare gli effetti, quando vent’anni fa si parlava di inquinamento biologico che molto probabilmente era da attribuire agli scarichi a mare dei depuratori di Lignano Sabbiadoro e San Giorgio di Nogaro? – si chiede Sergo -. L’unica cosa che viene detta è che il depuratore di Lignano rispetta le norme e funziona correttamente ma l’unica certezza è che negli ultimi due anni su 15 prelievi fiscali Arpa FVG ha constatato 6 sforamenti dei limiti di legge”.