Tavola Pace Fvg denuncia il Prefetto di Pordenone per i piani di emergenza nucleare ad Aviano

La Tavola per la Pace del Friuli Venezia Giulia ha inoltrato alla Procura una denuncia a carico del Prefetto di Pordenone, per aver omesso di rispondere alla richiesta d’informazione sui Piani di emergenza nucleare alla base di Aviano. La denuncia fa seguito all’attesa di un anno, durante la quale Tavola Pace ha sollecitato più volte una risposta, fino a giungere a una formale diffida caduta nuovamente nel silenzio. Tavola Pace FVG è un organo portatore di pubblico interesse ed ha ottenuto nel 2007 a Trieste i Piani di emergenza nucleare militare in porto in base alla legge 230/95. Il 26 settembre 2022 veniva presentata al Prefetto di Pordenone una “Richiesta di Piani d’Emergenza in caso d’incidente nucleare alla base di Aviano”, le cui motivazioni e contenuti sono stati ripresi dalla stampa. Tale richiesta era giustificata col pericolo determinato dalla guerra in Ucraina che potrebbe provocare una ritorsione russa verso le basi nucleari di Ghedi (Brescia) e Aviano, pericolo reso assillante per lo scoppio della guerra in Palestina, e dal rischio di escalation dopo l’abbandono dei Trattati di prevenzione nucleare da parte delle potenze coinvolte. Le massicce esercitazioni – anche di tipo nucleare – realizzate e pianificate da Nato e Federazione Russa, destano preoccupazioni più che legittime in tutta la regione di Alpe Adria. Il Prefetto di Brescia ho ricevuto una delegazione di richiedenti i Piani di emergenza, allarmati per la mancanza di notizie sul rischio incombente alla base nucleare di Ghedi. E’ nota la sostituzione in corso a Ghedi e Aviano delle bombe nucleari B61 “a caduta” con le B61–12 dotate di supporto missilistico, atte a penetrare nel terreno, e la cui potenza può essere sia minore che maggiore degli ordigni di Hiroshima e Nagasaki. Bombe il cui uso è adatto al campo di battaglia – anche nostro – aumentando la possibilità di diventare bersaglio di primo colpo, o di ritorsione. Ricordiamo la terrificante esplosione dei tank pieni di petrolio alla Siot di Trieste 1972. Lo studio diffuso alla Conferenza Onu sull’impatto umanitario delle armi nucleari indicò una ricaduta radioattiva (con venti prevalenti da sud) in caso di esplosione ad Aviano, estesa fino alla Polonia. Considerate le guerre in corso è palese la preoccupazione per la belligeranza non dichiarata UE e Italiana verso la Russia e il sostegno incondizionato del nostro Governo a Israele che potrebbe renderci oggetto di attacco. Si consideri poi che Trieste è fra i porti a disposizione di navi da guerra a propulsione nucleare in aperta violazione del Diritto internazionale sullo status disarmato e neutrale di Trieste. Numerosi incidenti hanno coinvolto navi e sottomarini muniti di testate nucleari. In prossimità dell’anniversario dell’Olocausto provocato dagli Stati Uniti il 6 e 9 agosto 1945 in Giappone, è stata intrapresa una protesta ad Aviano e Trieste per segnalare che l’informazione dovuta per legge alla popolazione sul rischio nucleare viene negata. Il segreto imposto per motivi di sicurezza, o in forza del segreto militare o di Stato, su notizie necessarie a una puntuale informazione non può estendersi alla conoscenza dei nuovi Piani di emergenza nucleare militare, dovuti in base alle Direttive europee e al Decreto Legge 101/2020 – che aggiorna la DL 230 – né all’informazione in favore di Enti locali e popolazione sui rischi dovuti alla presenza di armi nucleari, con le relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto bellico che si dovessero verificare. Tale richiesta al Prefetto di Pordenone è rimasta senza riscontro mentre analoga richiesta al Commissario di Governo per la Provincia di Trieste haottenuto, sia pur tardivamente, risposta. Scaduti i termini della diffida il referente di Tavola Pace FVG Alessandro Capuzzo ha dato mandato all’avvocato Pierumberto Starace di far partire la denuncia, nel mentre l’onorevole Bonelli ha presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri di Difesa ed Interno.