Terapie intensive i dati continuano a non tornare, ma ora appaiono gran parte dei 19 posti “fantasma”

Chissà se la storia d’amore (politica) fra il presidente della regione Massimiliano Fedriga e il suo vice e assessore alla salute Riccardo Riccardi è destinata a finire come nella trama del film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (splendida pellicola del 1974 scritta e diretta da Lina Wertmüller) che narra dell’unione temporanea fra anime diverse unite dalla casualità degli eventi. Difficile avvenga lo strappo, perchè, pur nella diversità dello stile, i due sono uniti da interessi coincidenti e soprattutto dalla constatazione che uno è puntello dell’altro. Difficile quindi ci possa essere una qualsiasi ammissione di responsabilità anche davanti alla struggente evidenza della denuncia dei medici anestesisti sulla mala gestione dell’emergenza covid in Fvg.
Del resto ormai è chiaro che “a pensar male spesso si fa peccato, ma spesso ci si indovina”, questa frase pronunciata da Giulio Andreotti, famoso per la sua ironia ma anche per la sua conoscenza dei “peccati” della prima repubblica, calza a pennello con lo strano rimbalzo dei dati regionali sugli ingressi in terapia intensiva, così come comunicati pubblicamente dalla Regione Fvg e puntualmente registrati da tabella ministeriale.
In sostanza si parla per il giorno 12 aprile di 81 ricoverati in terapia intensiva e nello stesso tempo di 15 nuovi ingressi e, stranamente, i dati della nostra Regione che erano in fase discendente si sono improvvisamente impennati: forse, i 19 posti fantasma di cui faceva menzione la lettera denuncia dell’anestesista Peratoner a nome anche di 350 colleghi, sono apparsi dal nulla? La domanda è più che legittima e possiamo anche registrare che il provvidenziale aumento arriva al momento opportuno, cercando, ingenuamente di riportare alla verità la situazione. Contando ovviamente nella solita benevolenza mediatica per far passare inosservato il rialzo, annunciando solo un più sei posti. Da un lato si aumentano di sei e se ne da notizia in nota stampa, dall’altro si annunciano nuovi 15 ingressi rilevabili però solo dalle tabelle ministeriali. Insomma 6 nuovi posti 15 nuovi ingressi e vogliamo pensare che i 9 di differenza siano guariti e non passati, come temiamo, a miglior vita. Guardando il trend dei numeri resi noti dal ministero nei giorni scorsi appare chiaro come i dati siano stati discendenti fino a domenica scorsa, consentendo così di dare migliori performance nel momento in cui a Roma il comitato tecnico scientifico doveva valutare e “declassare” il Fvg da rosso ad arancione consentendo così a Fedriga e Riccardi di cantar vittoria. Noi siamo malevoli ovviamente, ma tuttavia i numeri spesso nascondono realtà invisibili ma difficilmente mentono.

Ecco il 12 arrivare l’improvviso rialzo a 81… +6 e come detto questo è il totale che tiene conto di entrate di nuovi pazienti e uscite.

 

Detto tutto questo non possiamo non notare come la scelta del presidente Fedriga sia stata quella di ergersi a paladino del suo assessore alla sanità e non solo come atto dovuto perchè, ovviamente, in politica il linguaggio e la parola pesa spesso più dei contenuti. Anzichè limitarsi alla semplice difesa d’ufficio si è scagliato contro le opposizioni e le presunte strumentalizzazioni. Vada che il presidente affermi che “L’incontro con gli anestesisti è stato rapido e immediato” ma sono le altre affermazioni che vanno lette con Andreottiana valutazione. Aggiunge infatti Fedriga: “Come ormai è noto, (la veridicità dei dati ndr) è stata verificata con le diverse Direzioni, visto che non è né il sottoscritto né Riccardo Riccardi a fare i conti delle Terapie intensive occupate la totale conformità e aderenza dei dati forniti”, oibò siamo all’io non c’ero e se c’ero dormivo, già pronto a scaricare le responsabilità su direttori e uffici? Ma è la chiosa finale della dichiarazione così come riportata dalla stampa che lascia interdetti per la concezione della dinamica democratica che nasconde, quella che vorrebbe che nessuno disturbi il manovratore: “Poi, se un partito si mette a voler dire dove deve essere ricoverata una persona, o in che modo, arriviamo alla degenerazione della politica. Io non decido quali medicine somministrare a un paziente e mi sorprende lo facciano altri partiti. Purtroppo noto che i miei appelli alla responsabilità vengono smentiti, puntualmente, da alcune forze politiche della Regione e di questo non posso fare altro che dispiacermene”. Insomma qui siamo al principio di “fare il fesso per non pagare il dazio” o se preferite ribaltare le accuse dimenticando che la fonte della vicenda sono proprio quelli che decidono quali medicine somministrare a un paziente, i partiti e la poca stampa in opposizione alla narrazione “regionale”hanno semplicemente dato giusto peso alla denuncia di chi più che informato dei fatti ne vive drammaticamente le conseguenze.

Fabio Folisi