Timori per l’autunno, i metalmeccanici si mobilitano, oggi sciopero nazionale di 4 ore
Braccia incrociate durante le ultime 4 ore di ogni turno di lavoro per i metalmeccanici anche in Fvg: le tre principali sigle sindacali hanno espresso preoccupazione per l’arrivo dell’autunno per i 30mila lavoratori del comparto in provincia di Udine. Si tratta di una mobilitazione nazionale, oggi – al nord – e lunedì – al centro sud – i metalmeccanici scioperano. E’ uno sciopero di avvertimento, al governo e al sistema delle imprese, spiegano i sindacati, di fronte all’assenza di una politica industriale che dura ormai da molti anni, perché la situazione industriale del nostro paese – di cui la metalmeccanica è parte essenziale – rischia di portarci a un punto di non ritorno. Da decenni siamo senza un’idea e un progetto di politiche industriali e così stiamo tornando indietro, le aziende perdono in competenze e competitività, i lavoratori in reddito e occupazione. Oggi queste assenze risultano ancor più gravi di fronte alle grandi trasformazioni tecnologiche e alla necessaria transizione ecologica che portano con sé una sfida cui rischiamo di arrivare impreparati.
Sono necessarie scelte politiche e industriali precise per far sì che i cambiamenti diventino un programma di ricerca, progettazione, sviluppo e produzione contrattata tra governo, imprese e lavoratori. Noi vogliamo promuovere l’occupazione: innanzitutto trovando una soluzione positiva alle tante crisi aziendali ancora aperte, come è noto i metalmeccanici stanno lottando, scioperando per fermare la dismissione a partire dal Mezzogiorno e contrattare la transizione. Come stanno facendo i lavoratori dall’ex Ilva e di Piombino nel settore della siderurgia, gli operai della ex Gkn salendo sulla torre a Firenze, i lavoratori di Stellantis percorrendo migliaia di chilometri per raggiungere Poissy e manifestare presso l’head quarter, i lavoratori di Industria Italiana Autobus e delle telecomunicazioni organizzando presidi sotto il Mimit. Non ultime le due grandi crisi di Wartsila a Trieste ed Electrolux a Pordenone che hanno impatti diretti anche nella provincia di Udine. In Fvg , così come altrove, potrebbe inoltre pesare non poco il rallentamento del settore siderurgico, dell’automotive, delle costruzioni, la recessione in Germania, i nodi potrebbero venire al pettine, secondo i sindacati, dopo le ferie estive. In particolare sofferenza potrebbe andare il tessuto industriale della provincia di Udine che è costituito da piccole e medie industrie che come nel resto dell’Italia sono anche terziste dei grandi gruppi, e logicamente se i grandi gruppi decidono di delocalizzare, o peggio di chiudere, altre decine e decine di aziende e lavoratori dell’indotto perdono il posto di lavoro.