Tina Modotti. Chiude a 25.000 visitatori la mostra a Rovigo, a cura di Riccardo Costantini di Cinemazero
Sono stati 25.000 i visitatori di “Tina Modotti. L’opera”, promossa da Fondazione Cariparo, in collaborazione con Cinemazero, Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi, prodotta da Dario Cimorelli editore e sostenuta da Intesa Sanpaolo, che si è chiusa domenica 28 gennaio, curata da Riccardo Costantini con la collaborazione di Piero Colussi e Gianni Pignat. Il successo e i giudizi del pubblico, proveniente da tutta Italia e in particolare da Veneto e Friuli Venezia Giulia, hanno convintamente affiancato quelli, unanimi, degli specialisti e dei media, che hanno dedicato ampio spazio all’evento: la mostra di Palazzo Roverella è stata certamente la più ricca e organica sino a oggi organizzata sulla produzione fotografica della grande artista dalle radici friulane.
Grazie a questa mostra, nata dal lavoro di ricerca portato avanti da Cinemazero negli anni, in ogni lato del pianeta, fra musei e collezionisti privati, Tina Modotti è, oggi più che mai, la sua fotografia, formata da oltre 500 scatti, moltissimi di più di quelli noti, in buona parte ora conservati negli archivi dell’associazione culturale pordenonese, nel nuovo magazzino che ha da poco acquistato e climatizzato per rispettare gli standard di conservazione richiesti. «A lei, più che ad altri intellettuali del ’900, si è dato in passato il discutibile privilegio di essere interessati maggiormente alla sua vita invece che alla sua produzione», sottolinea il curatore Riccardo Costantini. «Con questa mostra, abbiamo contribuito a rovesciare quella narrazione, concentrandoci sul talento artistico di Modotti, in continuità con il lavoro che Cinemazero svolge quotidianamente per valorizzare il ruolo delle donne nel mondo del cinema e della cultura in generale. Abbiamo allargato la conoscenza a molte opere inedite o non viste, arrivando numericamente a quasi raddoppiare la consistenza della sua produzione finora nota: ora offriamo questo lavoro, che è anche un ricco catalogo già apprezzato anche all’estero, a percorsi di valorizzazione che ci auguriamo sappiano celebrare, magari nel luogo natale, la sua unicità artistica».
Il successo della mostra a Palazzo Roverella vuole essere un primo passo nel percorso volto a consolidare – anche a livello locale – la figura di Tina Modotti, partendo dalla sua fotografia, come artista autonoma e donna, libera, umana, armata di profondi valori sociali, attenta alla condizione degli ultimi, alle battaglie di riforma ed educazione, capace di istanze al femminile di rara forza e precoci per i tempi: tutti temi di assoluta attualità che attraversano da sempre i suoi scatti, ribaditi oggi nello scoprire e studiare quelli meno noti.