Trieste: Presentati due esposti contro il trasloco del Burlo a Cattinara

l Coordinamento Salviamo il Burlo e la pineta di Cattinara ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Trieste e alla Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia chiedendo di:

1) fermare lo sbancamento dell’ex pineta di Cattinara e inibire il taglio di alberi e arbusti nel parcheggio dipendenti e nel piazzale degli autobus;

2) fare in modo che non si costruisca in tale area il nuovo Burlo (con parcheggio sotterraneo, rotatoria d’accesso e due strade laterali), ma si lasci l’ospedale materno-infantile in via dell’Istria, completandone la ristrutturazione e l’ampliamento in corso;

3) far risarcire la distruzione della pineta piantandovi alberi tipici della boscaglia carsica e offrendoli alla fruizione pubblica e scolastica;

4) far piantare subito nel polo ospedaliero di Cattinara almeno parte del verde compensativo promesso e far istituire rapidamente il «Parco urbano di Montebello».

 

Alla Procura il Coordinamento chiede:

se nel comprensorio ASUGI di Cattinara la distruzione di 474 alberi e 75 arbusti, il consumo di suolo, l’imminente sventramento dell’ex pineta e la successiva eliminazione di ulteriori 76 alberi e 15 arbusti, la mancata messa a dimora del verde compensativo promesso, nonché l’inquinamento atmosferico, acustico e vibrazionale derivante dai cantieri abbiano già arrecato e stiano per arrecare un danno climatico-ambientale e sanitario ai residenti di Cattinara e dei rioni limitrofi, agli alunni e al personale della scuola media slovena, della scuola elementare slovena, del nido d’infanzia comunale e del nido d’infanzia ASUGI-Burlo, al personale, ai pazienti e ai visitatori dell’ospedale, ai frequentatori della parrocchia della Santissima Trinità, al personale e agli acquirenti degli esercizi commerciali, ai frequentatori di Cattinara e in definitiva alla città intera;
se la commissione di questi danni, autorizzata senza un computo dei benefici ecosistemici della pineta, senza adeguate motivazioni nel parere della Soprintendenza favorevole al suo abbattimento, senza la verifica dell’eventuale presenza di alberi monumentali, senza una quantificazione attendibile della vegetazione sostitutiva, senza un documento di fattibilità delle alternative progettuali, senza uno studio sulle ricadute nocive del traffico indotto, senza chiarezza circa la totalità o parzialità del trasloco del Burlo, circa l’esatta collocazione dei suoi 5mila metri quadrati aggiuntivi a Cattinara e circa il futuro del complesso di via dell’Istria, esorbiti dalla discrezionalità della Pubblica amministrazione nelle scelte urbanistiche, venga meno al principio di ragionevolezza nell’equo bilanciamento degli interessi e pregiudichi valori tutelati dall’ordinamento giuridico italiano, europeo e internazionale quali ambiente, salute, biodiversità, ecosistemi, clima, paesaggio e animali, nonché legalità, buon andamento, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa.

Alla Corte dei Conti il Coordinamento chiede se tale condotta sia legittima e se il cospicuo investimento di denaro pubblico tanto nell’acquisizione, adeguamento e riutilizzo di nuovi edifici e aree verdi per il Burlo in via dell’Istria e nella ristrutturazione edilizia, impiantistica e funzionale della sede storica quanto nell’edificazione a Cattinara del nuovo Burlo costituisca sana gestione patrimoniale-finanziaria o spreco di risorse pubbliche.