Tutti incollati alle poltrone. Fedriga, ribadisce la compattezza della maggioranza, sarà lui garante della coalizione
L’incontro di “chiarimento” è durato un paio di ore, mentre le trattative molti giorni, ma alla fine tutto torna come prima e ogni assessore rimarrà al proprio posto. “La coalizione ribadisce la sua compattezza, abbiamo risolto anche quelle incomprensioni che senza dubbio c’erano nei giorni pregressi, ha affermato Fedriga, i segretari della maggioranza insieme mi hanno chiesto di assumere un ruolo aggiuntivo di garante di ambito della coalizione, per garantire continuità e rilancio dell’azione stessa dell’amministrazione, per questo presenterò in Consiglio una mozione sulla quale chiederò la fiducia”. Così si chiude o almeno si dovrebbe chiudere la crisi innestata alcuni giorni fa dall’evidenza, anche da parte di Fratelli d’Italia, che la situazione della sanità è gravissima. Ma troppo forte il collante che lega tutti alle proprie poltrone per arrivare ad una determina che andasse oltre le minacce. L’incontro di maggioranza è terminato poco prima delle 18, dopo quasi due ore di vertice, il governatore è uscito dal palazzo della Regione di piazza Unità affiancato dai segretari della Lega Marco Dreosto, di Fdi Walter Rizzetto, di Forza Italia Sandra Savino e del centrista Angelo Compagnon. Non ci sarà nemmeno un rimpasto di Giunta ha precisato Fedriga che resta al suo posto: “Viene confermata – ha sottolineato Fedriga – la fiducia a questa amministrazione regionale da parte di tutte le forze di coalizione, nell’attuale conformazione”. Insomma le deleghe degli assessori resteranno invariate consentendo così all’ineffabile Riccardi di completare la sua opera di demolizione della macchina sanitaria pubblica. Ma ovviamente per completare il teatrino sarà necessario un passaggio dal “palcoscenico” consiliare che vedrà il più classico gioco delle parti, con una richiesta di “fiducia” da parte di Fedriga che presenterà in Consiglio una apposita mozione. Sarà da vedere cosa deciderà l’opposizione, se partecipare al voto, dando autorevolezza alla farsa, o lasciare l’aula.