Udine alloggi Ater, De Toni: «famiglie in difficoltà per i traslochi. urge un fondo del comune che venga incontro alle persone»
La cucina acquistata anni fa che non “ci sta” più nei nuovi spazi. Mobili da ricomprare, armadi da dover “parcheggiare” da qualche parte, magari pagando un affitto in attesa di un ritorno in casa propria. Ma anche le spese per un trasloco “imposto” che impattano non poco su bilanci familiari già provati da crisi economica e caro bollette. La preoccupazione per i residenti delle palazzine Ater del quartiere San Domenico a Udine, una sessantina di famiglie in tutto, è tanta. Proprio per questo, ieri (4 febbraio) il candidato sindaco della coalizione alternativa al centrodestra, Alberto Felice De Toni, accompagnato dai consiglieri comunali Federico Pirone, Lorenzo Patti, Alessandro Venanzi e Carlo Giacomello, e dal consigliere di quartiere Duccio Valente hanno incontrato alcuni dei residenti. «Per ascoltarli, prima di tutto – spiega De Toni – perché fino ad ora l’amministrazione guidata da Pietro Fontanini pare non abbia preso sul serio le problematiche e le preoccupazioni delle persone. Persone, sottolineo, prima ancora che inquilini, perché di questo si tratta». Al di là delle tante incertezze per il futuro, infatti, pesano da un lato la paura per le spese che i residenti saranno costretti a sostenere in vista del trasferimento, ma dall’altro le difficoltà per le problematiche e per i costi sostenuti da buona parte delle famiglie che hanno già traslocato. Grazie al Piano nazionale della qualità dell’abitare, inserito nel contesto del Pnrr, le case Ater di questa zona cittadina infatti saranno riqualificate. Un’operazione da 25 milioni di euro (di cui 22 milioni da fondi Pnrr) che sta destando da tempo particolare preoccupazione soprattutto per quelle famiglie con anziani o difficoltà economiche che si sono riunite in un comitato di protesta. “Urge un fondo comunale per anticipare le spese”. «Serve che la giunta Fontanini – prosegue De Toni – istituisca subito un fondo comunale da mettere a disposizione delle famiglie per far fronte alle spese, anche in anticipo per evitare che le persone siano costrette a mettere mano ai propri risparmi. Fondo già chiesto dall’opposizione in Consiglio Comunale e sempre negato dal centrodestra». Questo nell’immediato, perché un altro tema importante sarà, una volta completata la riqualificazione, quello del rientro. «Sarà fondamentale – continua De Toni – creare le condizioni per il ritorno delle famiglie nelle nuove case, se non altro per quelle che vorranno farlo. Allo stato attuale, infatti, è previsto che i residenti abbiano la facoltà di ritornare o possano vantare un diritto di prelazione sull’occupazione. Ma il rischio è che pur volendolo fare, le persone non potranno rientrare nelle loro vecchie case perché i costi dell’affitto saranno più alti rispetto al passato, visto che, dopo i lavori, l’aumento della classe energetica, imporrà senza dubbio dei canoni di locazione più alti». Il quartiere cittadino può diventare, secondo le intenzioni della coalizione che punta a governare palazzo D’Aronco per i prossimi cinque anni, un esempio di quel «welfare generativo – conclude ancora De Toni – che vorremmo per la città. Non più assistenzialismo vecchio stile, ma rete. Tra persone, prima di tutto, ma anche tra volontariato sociale e Terzo settore, e dove il tema della dignità della casa faccia rima con dignità delle persone e delle loro storie».