Udinese calcio: conosciamo meglio l’allenatore Luca Gotti

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Il tecnico dell’Udinese è attualmente una realtà. La squadra friulana gioca un calcio piacevole, abbastanza propositivo, e gode di salute anche in classifica da quando c’è il classe ‘67 nato ad Adria. Conosciamo meglio il mister dell’Udinese laureato ISEF e Pedagogia, e analizziamo dove possono arrivare i bianconeri.

Il figlio d’arte laureato in Scienze Motorie e Pedagogia

L’aria da professore un po’ ce l’ha, e anche il capello brizzolato che “suggerisce” tanta esperienza anche se solo il prossimo novembre celebrerà il suo secondo anno come allenatore. Luca Gotti è l’allenatore dell’Udinese dal novembre 2019: in quell’occasione aveva sostituito Tudor, prendendo i bianconeri in una situazione di classifica difficile e portandoli al tredicesimo posto a 45 punti, potendo godersi una salvezza tranquilla. A quanto pare è ciò che accadrà anche quest’anno a vedere le quote delle scommesse sportive e soprattutto a ben analizzare le prestazioni dell’Udinese. La squadra bianconera sembra aver trovato una compattezza e un’identità che non dimostrava da anni, e il tutto è coinciso con l’arrivo di Gotti nel novembre del 2019. Luca Gotti ha avuto una formazione accademica in Scienze Motorie nonché in Pedagogia, oltre ad aver giocato a calcio come centrocampista con oltre 200 presenze fra i dilettanti e qualche apparizione fra i professionisti. Ma la sua vera “gavetta” è stata la carriera da allenatore in seconda, che ha in effetti continuato anche a Udine: era infatti il vice del croato Tudor. Grande esperienza acquisita poi dapprima facendo le veci di Donadoni a Cagliari, a Parma e a Bologna, e poi come secondo di Sarri al Chelsea nella stagione 2018/2019, portandosi a casa l’Europa League. Luca Gotti è inoltre figlio d’arte: il padre Dino è infatti stato calciatore e allenatore girovago per tutta la provincia di Udine.

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Sognando la Champions League come con Guidolin e Spalletti

A Udine di giocatori di enorme qualità e talento ne sono passati: da Zico a Causio, passando per Sanchez e Handanovic ora a fare grande l’Inter, continuando con Isla e Pizarro, fino ad arrivare a Luis Muriel e Jankto. Ciò accade perché in primis la società ha una solidissima rete di osservatori ed esperti, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, e in secondo luogo perché nel capoluogo friulano si vive bene, il calcio viene vissuto con molta meno pressione e di conseguenza i ragazzi si esprimono al meglio. Il problema è che però difficilmente questi stessi giocatori restano per più di un paio d’anni, e questo non permette una crescita in prospettiva della squadra dal punto di vista tecnico. Infatti, l’Udinese ha avuto due cicli particolarmente virtuosi durante i quali la squadra bianconera friulana era stabilmente presente ai piani alti della classifica, tanto da qualificarsi alla Champions League, e non una sola volta: è ancora indelebile nelle menti dei tifosi friulani la cavalcata dell’Udinese 2004-2005 che riuscì a qualificarsi per la prima volta in Champions League sotto la guida del toscano Luciano Spalletti, così come la bellissima Udinese di mister Guidolin ammirata esattamente un ciclo tecnico dopo, nel 2011-2012, arrivata addirittura terza in campionato, ma eliminata poi ai playoff di Champions League.

Gotti ha il profilo e la personalità giusti per aprire un ciclo a Udine, e la formazione accademica in Pedagogia e ISEF può rappresentare una base importante per crescere a livello singolo e di gruppo. L’apertura di un ciclo di successo non dipende ovviamente soltanto dalle sue capacità, bensì anche dal patrimonio di calciatori che gli sarà reso disponibile dalla società. Guidolin e Spalletti sono due tecnici che hanno lasciato un’eredità professionale, umana e di risultati sportivi che hanno aumentato il prestigio dell’Udinese nel calcio italiano e internazionale, ma si deve riconoscere che avevano a disposizione un organico di assoluta qualità, che i due tecnici hanno esaltato. L’ultima apparizione europea dei friulani risale a nove anni fa, è quasi tempo per un nuovo ciclo dunque.