Una Cenerentola di nome scuola, anzi….. squola
Mercoledì prossimo anche in Fvg riaprono le scuole e il suono della prima campanella scolastica dell’anno si ripeterà sempre uguale. Sempre più stonata. La scuola italiana è infatti, assieme alla sanità, la Cenerentole del paese e anche questo nuovo anno scolastico inizia con intonsi tutti gli annosi problemi e quello che è più grave, con prospettive ancora più magre. Partiamo dal fatto che gli insegnanti italiani sono i più sottopagati d’Europa, stipendi bassi e precarietà perniciosa sono la cifra con la quale misurare i problemi gestionali che vede cattedre vuote e tanta burocrazia, un quadro che si ripete, governo dopo governo, con devastante ripetitività anno dopo anno. Una scuola che continua ad essere poco sicura. Una recente indagine spiega che la situazione dell’edilizia scolastica resta estremamente preoccupante, nonostante la mole di risorse stanziate con il PNRR (12,4 miliardi) cui si aggiungono 914,4 milioni provenienti da altre fonti di finanziamento i lavori non sono stati fatti, tanto che la spesa effettiva delle risorse complessivamente stanziate, ad oggi è ferma al 22,19% a fronte di una spesa prevista che, alla fine di questo trimestre (vale a dire entro il prossimo 30 settembre) doveva raggiungere il 55,46%. Una chimera. Dai dati risulta che la maggior parte degli oltre 40mila edifici scolastici italiani è vecchia, fatiscente ed insicura: il 57,9% delle strutture in cui oggi si svolgono attività didattiche è addirittura priva del certificato di agibilità e, per il 54,92%, del certificato di prevenzione incendi. Per circa un quarto degli edifici scolastici (10.571, il 26%) è problematico risalire al periodo di costruzione. Gli edifici costruiti prima del 1976 sono comunque 16.794, pari al 42% del totale. Il 41,4% dei plessi scolastici è privo di collaudo statico. Le regioni con una percentuale più elevata di edifici non in regola sono Lazio (12,21%), Calabria (18,75%) e Sardegna (22,81%). L’età media di un istituto scolastico italiano è di 53 anni e – cosa che peggiora ancor di più il quadro generale – sono (nella migliore delle ipotesi) carenti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria a causa soprattutto dell’inefficienza (o della scarsa considerazione) delle amministrazioni competenti, prima ancora (e più) della mancanza di risorse, che attualmente risultano disponibili, ma restano nei cassetti, col concreto rischio di revoca o assegnazione ad altre misure e continuare a continuare a svolgere attività didattica in strutture vecchie, fatiscenti, insicure, energivore e tecnologicamente arretrate. Una scuola ove sono da anni certificate profonde disuguaglianze educative legate a diversi fattori, quali il territorio in cui si cresce (Nord-Sud, città e aree interne), le condizioni socioeconomiche familiari, il genere (in quest’ultimo caso per l’accesso delle ragazze alle discipline scientifiche). Disuguaglianze educative che compromettono i percorsi di crescita di moltissimi giovani, con conseguenze pregiudizievoli innanzitutto per il loro futuro, ma anche per il sistema Paese. Save the Children nel suo ultimo Rapporto approfondisce le disuguaglianze educative che colpiscono, in particolare, bambini e adolescenti figli di genitori di origine straniera. I dati del Report rilevano come gli alunni con background migratorio oggi affrontino maggiori difficoltà nei percorsi scolastici rispetto ai coetanei. Ostacoli che è necessario conoscere e superare, per una scuola “aperta a tutti”, come recita l’articolo 34 della nostra Costituzione. Qui per approfondire: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/il-mondo-in-una-classe. Una scuola quella italiana dove anche quest’anno si ripresenterà il problema di coloro che hanno difficoltà a sostenere il costo della mensa scolastica, con tutto il corollario delle eterne polemiche.