Ventinove anni fa i giornalisti della troupe TV della sede RAI di Trieste, Luchetta, Ota e D’Angelo persero la vita a Mosta. La Fondazione loro intotalata ricorda i tragici eventir
Oggi, 28 gennaio 2023, la Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin ricorda i tragici eventi di Mostar del 1994, dove persero la vita mentre svolgevano il loro lavoro i giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo, troupe TV della sede RAI di Trieste. Era il 28 gennaio del 1994 quando Marco Luchetta, 42 anni, giornalista, Dario D’Angelo, 47 anni, operatore e Alessandro Ota, 37 anni, tecnico, muoiono uccisi da una granata lanciata delle forze croato-bosniache, a Mostar est. I tre colleghi, tutti della sede Rai di Trieste, si recano in Bosnia per realizzare uno speciale sui bambini vittime della guerra in corso nei territori della ex-Jugoslavia. Entrano a Mostar est – parte della città controllata dall’Armija e sotto assedio da più di un anno per mano dell’HVO, esercito croato-bosniaco – sui mezzi del convoglio della Croce Rossa internazionale partito la mattina dalla vicina Medjugorije (sotto controllo dell’HVO), scortati dal contingente spagnolo dei Caschi blu. Nei pressi del piccolo edificio adibito a ospedale, Luchetta, Ota e D’Angelo entrano al numero 82 di Marsala Tita, nel cortile di un complesso quadrilatero residenziale. Una cantina con l’ingresso dal cortile è adibita a rifugio e da mesi vi si nascondono decine di persone tra cui molti bambini. All’ingresso del rifugio, pare per questione di luce insufficiente all’aperto, mentre intervistano un bimbo (Zlatko Omanovic) cade a poca distanza una granata le cui schegge colpiscono gli operatori. I loro corpi fanno da scudo a Zlatko, che si salva. I tre operatori Rai lasciano tutti moglie e figli piccoli. Da questa tragedia è nato però qualcosa di incredibile, la Fondazione, che prende il nome proprio da questi tre giornalisti e da un quarto, Miran Hrovatin, che perse la vita insieme ad Ilaria Alpi a Mogadiscio, nello stesso anno, pochi mesi dopo.