Vicenda del lago di Cavazzo, i comitati Salvalago: “La banana è servita!” insomma si potrebbe ironizzare che siamo alla frutta
Leggendo l’ultima nota stampa sulla vicenda del lago di Cavazzo dal titolo “La banana (coltivata nei terreni irrigati dal consorzio di bonifica) è servita!”. Viene da dire che siamo alla frutta.
Scrive infatti Franceschino Barazzutti, la cui arguzia è cinica ironia è ben nota, che dopo 70 anni da quando un sindaco di allora, non conoscendo la banana la mangiò senza sbucciarla al pranzo con gli ingegneri della società S.a.d.e., gli stessi del Vajont, che volevano convincerlo che la centrale di Somplago non avrebbe danneggiato il lago, la storia si vorrebbe ripetere. Giovedì 11 aprile scorso, spiega Barazzutti, nella sala consiliare di Trasaghis in presenza di funzionari regionali, i tecnici dello studio Pantidro di Cuneo hanno illustrato il loro studio per la rinaturalizzazione del lago, la cui sintesi è la seguente: “piuttosto che separare la centrale dal lago meglio mitigare gli effetti della loro convivenza” dove “convivenza” e “mitigare” significano che la centrale continuerà a scaricare nel lago distruggendolo. Insomma spiega Barazzutti a nome dei comitati Salvalago, anziché offrire il pasto completo delle tre varianti di bypass elaborate dagli esperti del laboratorio lago nominati dai tre comuni rivieraschi, è stata servita solo la banana della convivenza centrale-lago in cui il lago è vittima e la centrale carnefice. I nostri sindaci mangeranno la banana? Si chiede polemicamente Barazzutti. A differenza del sindaco di allora che non avendo visto prima le banane, merita tutta la comprensione e simpatia, i nostri sindaci in carica sono laureati e sanno che la banana va sbucciata. Ma in questo caso anche se sbucciata sempre una banana è! I sindaci pretendano il pranzo completo con i veri e risolutivi bypass proposti dagli esperti da loro stessi nominati nel laboratorio lago! Chiosa Barazzutti, secondo cui il lago si naturalizza solo con un vero bypass!!!. Ma c’è il timore che con la gestione politica autoritaria della destra, aggiungiamo noi, si è davvero alla frutta e anche l’amazzacaffè sarà amarissimo, anzi tossico.