VII rapporto AlmaLaurea su “Profilo e Condizione occupazionale dei Dottori di ricerca”, al lavoro a un anno il “92% dei laureati dell’ateneo friulano
Un tasso di occupazione del 92,3% e un titolo considerato efficace, o molto efficace, nel lavoro da quasi il 75% degli intervistati risultati occupati: sono alcuni dei principali dati relativi ai dottori di ricerca del 2020 dell’Università di Udine – a un anno dal titolo – emersi dal Rapporto AlmaLaurea 2022 su “Profilo e Condizione occupazionale dei Dottori di ricerca”. Il report annuale, giunto alla settima edizione, riguarda, in merito a caratteristiche e performance formative, 4.303 dottori di ricerca del 2021 di 33 atenei e, rispetto all’inserimento lavorativo, 5.255 dottori di ricerca del 2020 di 45 atenei.
Dottori di ricerca del 2020, situazione lavorativa un anno dopo
Il tasso di occupazione è risultato del 92,3%, a fronte del 90,9% della media nazionale, a un anno dal conseguimento del titolo, dei dottori di ricerca del 2020 dell’Ateneo friulano contattati nell’ambito del report di AlmaLaurea. La retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.732 euro, in linea con la media italiana. L’8,3% degli occupati ha un lavoro part-time. Su 79 contattati, hanno risposto al questionario AlmaLaurea 52 dottori di ricerca, pari a quasi il 66%. Il 62,5% degli occupati è nel settore pubblico, il 35,4% in quello privato. Il settore dei servizi assorbe il 79,2% (in particolare il ramo dell’istruzione e della ricerca, 50%), mentre l’industria accoglie il 12,5% degli occupati e il settore dell’agricoltura il 6,3% (nel report nazionale, i valori per servizi, industria e agricoltura sono rispettivamente: 89,7%, 9,2% e 0,6%). L’81,2% degli occupati dichiara di lavorare al Nord, il 4,2% al Centro. Il 14,6% lavora all’estero. Il 58,7% degli occupati si è inserito nel mercato del lavoro dopo il conseguimento del dottorato; il 34,8% prosegue l’attività intrapresa prima del conseguimento del titolo. Il 90,9% svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Rispetto alla tipologia del lavoro svolto a un anno dal conseguimento del titolo, tra i dati emersi: il 37,5% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, il 18,8% una autonoma, il 18,8% ancora è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, il 12,5% dichiara di essere stato assunto con un contratto non standard (per la quasi totalità, contratti alle dipendenze a tempo determinato).
Il 69,6% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca in misura elevata, in una giornata lavorativa tipo. Il 74,4% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace nel lavoro svolto. Il 78,3% degli occupati afferma di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio.
Caratteristiche dei dottori di ricerca del 2021
Riguardo ai dottori di ricerca del 2021 dell’Università di Udine analizzati nel report di AlmaLaurea sul Profilo, dalle risposte si rileva un’età media al dottorato di 31,8 anni (rispetto a una media nazionale di 32,6): quasi il 54% ha ottenuto il titolo al massimo a 30 anni. Il 14,1% ha cittadinanza estera. Su 78 coinvolti in questa indagine, hanno compilato il questionario in 39, la metà. Il 51,3% ha conseguito il titolo nello stesso ateneo della laurea. Tra le principali motivazioni che hanno spinto a scegliere il dottorato: il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica; il miglioramento delle prospettive lavorative; la possibilità di svolgere attività di ricerca e studio in ambito accademico. Il 71,4% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha ottenuto 110 e lode nella laurea di secondo livello. L’87,2% ha usufruito di finanziamenti per la frequenza del dottorato. Il 15,4% (quasi il doppio del 7,9% rilevato a livello nazionale) ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato). L’87,2% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del proprio corso di dottorato. Quasi il 54% ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero. Il 43,6% dei dottori (rispetto al 33,1% a livello nazionale) ha dichiarato di aver dedicato alla ricerca oltre 40 ore a settimana e il 69,2% è stato coinvolto in gruppi di ricerca. L’87,2% ha realizzato almeno una pubblicazione (tra questi, l’85,3% in inglese). Il 66,7% dei dottori di ricerca ha dichiarato che, potendo tornare indietro al momento dell’iscrizione, si iscriverebbe di nuovo allo stesso corso di dottorato e presso lo stesso ateneo (65,7% il valore medio italiano).