Villiam Pezzetta, segretario generale Cgil Fvg su Wartsila: “governo e regione si facciano rispettare”
La chiusura dei reparti di produzione a Trieste annunciata oggi da Wartsila dà purtroppo conferma, nel peggiore dei modi, ai timori a più riprese espressi dai sindacati negli scorsi mesi e nelle scorse settimane. Governo e Regione, tenuti totalmente all’oscuro delle reali strategie del gruppo finlandese, devono ora riprendere in mano la situazione per mettere in campo ogni possibile azione, in primis sul versante diplomatico, che punti a far tornare sulle proprie decisioni i vertici di Wartsila. Siamo di fronte a una multinazionale che vuole andarsene, con generici impegni sul mantenimento di attività di service, portando con sé uno dei pezzi più pregiati della storia industriale triestina e dell’intera regione, disperdendo un enorme patrimonio di professionalità e lasciando nell’angoscia almeno 450 famiglie. È un colpo che Trieste e questa regione non possono accettare, a maggior ragione perché riguarda un territorio sempre più depauperato del suo tessuto manifatturiero, con altre importanti realtà a rischio e nuove prospettive occupazionali, dal porto alla siderurgia e ai servizi, ancora troppo vaghe e sicuramente insufficienti a compensare gli effetti di un declino industriale che prosegue ininterrotto, quasi che porto, terziario e turismo bastassero a garantire un futuro di lavoro, crescita e benessere. Quanto sta accadendo è l’ennesima riprova dell’assenza, in questo Paese, di una politica industriale degna di questo nome, capace di supportare e attrarre investimenti su obiettivi di sviluppo strategici e sostenibili e in grado, parallelamente, di porre un freno all’arbitrio delle multinazionali. A maggior ragione nel caso in cui, com’è avvenuto con Wartsila, queste puntano addirittura ad attingere ai nostri fondi Pnrr, quasi potessero incassarli con una mano, mentre con l’altra licenziano centinaia di lavoratori. Quanto alla nostra Regione, non sono certo aiuti e incentivi varati a livello locale quelli che possano incidere sulle scelte di una multinazionale, ma la sorpresa e la durezza che hanno caratterizzato le reazioni all’annuncio di Wartsila sono la conferma che i segnali di allarme erano stati sottovalutati. La fuga annunciata dai finlandesi va contrastata con ogni mezzo e senza cedimenti. Non possiamo che condividere, perché sono anche i nostri, gli appelli della Regione ad alzare un fronte compatto a difesa dei lavoratori di Wartsila. Questa ennesima crisi, però, impone anche una riflessione, fin da subito, sui limiti di una politica di sostegno alle imprese basata su bonus e finanziamenti a pioggia, erogati senza essere vincolati, come ha chiesto più volte il sindacato ai tavoli di confronto con l’assessore, a obiettivi e vincoli di mantenimento e crescita occupazionale. È un nodo da affrontare una volta per tutte, perché altre crisi si sono consumate in questi mesi (vedi Dm Elektron), altre sono purtroppo alle porte (vedi Flex) e altre ancora rischiano di esplodere.