108 anni Pahor: Rojc, un secolo raccontato lucidamente “Auguri affettuosi a maestro e amico”
“La sua vita è il racconto della morte e della rinascita. Ma è anche testimonianza di un secolo diabolicamente orgoglioso di se stesso, che Boris Pahor ha vissuto appieno, raccontandolo con lucidità”. È il pensiero augurale che la senatrice e letterata Tatjana Rojc dedica allo scrittore triestino di lingua slovena Boris Pahor, che oggi festeggia il 108/mo compleanno.
Nato nel 1913 a Trieste, allora porto principale dell’Impero Austro-Ungarico, con la sua vita e i suoi libri ha attraversato tutto “il secolo breve”, dalle prime persecuzioni della minoranza slovena, allo squadrismo fascista, fino alle guerre mondiali e ai campi di sterminio nazisti, dove fu deportato. Membro dell’Accademia slovena delle scienze e arti, Pahor è stato insignito di importanti premi e onorificenze, anche a livello internazionale: fra gli altri, nel 2007 gli è stata attribuita la Legion d’Onore da parte del Presidente della Repubblica Francese.
“La vita e l’opera di Pahor sono l’esperienza che diviene monito – riflette la senatrice – ma che mantiene nel contempo la consapevolezza che esiste pur sempre la speranza della salvezza. Uno scrittore che scrive anche pagine di una liricità estrema, non avendo pudore di parlare di sentimenti, di debolezze, di quell’estremo bisogno di libertà di dire, di vivere, che non lo ha mai abbandonato”.
“E poi la sua Trieste – aggiunge Rojc – sospesa tra passato e presente, che si apre sul golfo. E i pàstini sotto Contovello. E il Carso, le querce con le loro foglie intagliate dalla natura. Il creato che non e’ mai caos ma consapevolezza. A quest’uomo che considero maestro e amico, i miei auguri piu’ affettuosi”.