L’acqua chiara sempre meno di casa in Friuli. Viaggio nel mondo della “depurazione”
Poche settimane fa l’Europarlamento ha approvato in via definitiva una nuova legge che vieta l’uso di articoli in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati che spesso finivano in mare inquinandolo pesantemente. Anche il Consiglio dei Ministri italiano si è occupato del tema ed ha approvato il disegno di legge “Salvamare” presentato dal ministro dell’Ambiente con cui i pescatori potranno portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti. Finora erano costretti a ributtarla in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti, sarebbero stati considerati produttori di rifiuti e avrebbero dovuto anche pagare per lo smaltimento. Insomma quella della plastica in mare è un’emergenza da affrontare e non si può rinviare. Bene ne siamo lieti anche se essendo emergenza forse la scadenza 2021 sembra troppo avanti nel tempo e quella per le bottiglie di plastica addirittura al 2030 sembra ridicola. Ma comunque è un passo avanti ma in realtà siamo solo all’inizio del problema, perchè ciò che inquina i nostri mari, che avvelena i pesci, che contamina le spiagge e intossica le acque, insomma il grande nemico numero uno è l’inquinamento da acque reflue dove spesso confluiscono le fogne e il dilavamento delle attività agricole che non vengono depurate e, quelle che sulla carta lo sono, ma che per interessi economici perversi o semplice sciatteria pubblica, tanto ripulite non sono, vengono rovesciate a tonnellate nelle acque di canali torrenti e fiumi e da qui al mare. Ma cerchiamo di capire di più, le acque reflue, che sono chiamate anche acque di scarico, in base alla loro origine sono contaminate da diverse tipologie di sostanze organiche e inorganiche pericolose per la salute e per l’ambiente.
Per tale motivo non possono o meglio non dovrebbero, essere immesse di nuovo nell’ambiente così come sono poiché i recapiti finali come il terreno, il mare, i fiumi e i laghi non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla propria capacità auto-depurativa senza vedere compromessi i normali equilibri dell’ecosistema.
Anche in Friuli questo è un problema serio e se più volte abbiamo trattato il problema di singoli impianti di depurazione, compreso quello di Lignano non certo campione di funzionalità e che spesso provoca “rilasci” che finiscono perfino nel delicatissimo ecosistema della laguna di Marano. Ma non è di questo che vogliamo parlare oggi ma della fotografia della situazione dei tanti piccoli depuratori presenti in Friuli e del loro stato partendo dalle segnalazioni e dalle osservazioni, anche correlate da documentazione fotografica. Una mini inchiesta che, per ora, non identifica o indica delle responsabilità, anche se si tratta ahinoi prevalentemente di gestioni pubbliche, cosa che rende davvero insopportabile lo scempio del territorio, ci riserviamo ovviamente di approfondire anche il tema di eventuali responsabilità, perchè ogni impianto ha dei gestori che dovrebbero garantirne manutenzione, pulizia e funzionamento. Per ora vogliamo semplicemente lanciare l’allarme raccogliendo il grido di dolore che giunge dalle zone interessate e ad esempio dai pescatori sportivi che muniti di licenza rischiano di mettere nel piatto “pescato” che ben poco ha di salubre. Una situazione complessivamente inaccettabile e che non ha giustificazioni. Non vorremmo infatti sentire in questo campo giustificazioni finanziarie da parte degli enti che hanno bilanci milionari e che troppo spesso spendono risorse in maniera non sempre opportuna.
Questa la descrizione della situazione così come arriva dai territori, siamo certi che vi saranno subito le levate di scudi di “tecnici” sempre prolifici nello snocciolare dati ed analisi che troppo spesso sono però “fogli di fico” atte alla copertura della vergogne. Il nostro appello è quindi alla popolazione che faccia pressione sui sindaci che sono i primi responsabili della salute pubblica e che sarebbe bene si ricordassero dell’ambiente in corso di mandato e non solo sui documenti di campagna elettorale
DEPURATORE ARTEGNA
Situato a sud della zona industriale, tratta i liquami della rete fognaria di Artegna scarica le acque trattate in un canale che confluisce nel Rio Bosso. II canale a monte del depuratore appare con le sponde piene di materiale residuo di onde di piena In particolare lo sfioratore della rete fognaria affluente al depuratore, appena a monte del depuratore stesso, risulta privo di griglia atta a trattenere il materiale solido contenuto nei liquami che pertanto viene riversato nel canale stesso.
Tale situazione si verifica in caso di pioggia, quando solo una parte dei liquami viene immessa nel depuratore mente la parte residua viene scaricata nei corpi idrici della zona.
A valle dello scarico del depuratore, sempre nello stesso canale affluente de Rio Bosso, il fondo del canale appare ricoperto di materiale fangoso di colore scuro simile ai fanghi di depurazione, mentre in superficie si notano schiume e bolle gassose, indice di una incompleta depurazione All’interno della recintazione del depuratore risultano accatastati – non da breve tempo – blocchi di calcestruzzo probabile residuo di lavori sul depuratore stesso.
DEPURATORE DI MAGNANO IN RIVIERA
Situato a sud della SS 13, scarica direttamente nel Rio Bosso. Lo scarico, a valle dei bacini di lagunaggio, appare con consistente presenza di schiume e di bolle gassose, che sono indice di una depurazione non ottimale e incompleta.
Il fondo del rio appare ricoperto di depositi fangosi assimilabili a fanghi residui della depurazione, che il sistema di lagunaggio non ha sufficientemente sedimentato.
A valle del depuratore lo stato del rio appare in stato precario con cumuli di materiale ghiaioso depositato sul fondo, piccole frane delle sponde, vegetazione in alveo, ecc.
Al gestore del sistema idrico integrato dovrebbe competere la rimozione dai corpi idrici del materiale improprio trasportato dalla corrente del corso d’acqua, mentre al gestore delle reti di bonifica dovrebbe competere la manutenzione dei corpi idrici a valle degli scarichi dei depuratori.
DEPURATORE DI PIGNANO DI RAGOGNA
Situato a sud dell’abitato di Pignano, tratta i liquami provenienti dalla frazione stessa e scarica in un fosso della rete idrica minore che poi affluisce nel Tagliamento. Lo scarico del depuratore nel fosso avviene attraverso una griglia completamente intasata da materiale proveniente dalla rete fognaria, per cui i liquami uscenti dal depuratore passano lateralmente alla griglia stessa.
Le acque scaricate presentano schiume e bolle gassose ed il fondo del fosso risulta ricoperto di fanghi di colore scuro assimilabili a fanghi di depurazione.
Anche in questo caso il fosso dello scarico risulta oggetto di scarsa manutenzione.
DEPURATORE DI BRANCO – TAVAGNACCO
II depuratore tratta i liquami della frazione di Branco ed in parte dell’abitato di Tavagnacco ed è ubicato in prossimità del ponte della strada provinciale Osovana sul torrente del Cormor, in sponda sinistra del torrente stesso.
Lo scariòo del depuratore nel Cormor avviene a monte del ponte dove si notano schiume e bolle gassose in superfìce e fanghi depositati sul fondo.
Data la discontinuità di portata del Cormor, tale fenomeno è particolarmente evidente e sgradevole nei periodi di secca del torrente.
L’impianto appare dotato di grigliatura automatica in testa all’impianto atto a trattenere il materiale solido in arrivo dalla rete fognaria, ma la presenza nell’alveo del torrente di fanghi e schiume può indicare un trattamento depurativo non ottimale.
DEPURATORE DI PAGNACCO – VANELIS
II depuratore tratta i liquami dell’abitato di Pagnacco ed è ubicato in via Vanelis in prossimità della strada provinciale Osovana. Lo scarico del depuratore nel Cormor, avviene attraverso un canale che
attraversa la provinciale con un proprio manufatto e si immette nel Cormor a valle del ponte della strada provinciale stessa.
DEPURATORE DI TONANO DI RAGOGNA
Situato a sud dell’abitato di Pignano, tratta i liquami provenienti dalla frazione stessa e scarica in un fosso della rete idrica minore che poi affluisce nel Tagliamento Lo scarico del depuratore nel fosso avviene attraverso una griglia completamente intasata da materiale proveniente dalla rete fognaria per cui i liquami uscenti da depuratore passano lateralmente alla griglia Le acque scaricate presentano schiume e bolle gassose ed il fondo del fosso risulta ricoperto di fanghi di colore scuro assimilabili a fanghi di depurazione. Anche in questo caso il fosso dello scarico risulta oggetto di scarsa manutenzione.
DEPURATORE DI BRANCO – TAVAGNACCO
Il depuratore tratat i liquami della frazione di Branco ed in parte dell’abitato di Tavagnacco ed è ubicato in prossimità del ponte della strada Provinciale Osovana in sponda sinistra del torrente stesso. Lo scarico del depuratore nel Cormor avviene a monte del ponte dove si notano schiume e bolle gassose in superficie e fanghi depositati sul fondo. Data la discontinuità di portata del Cormor , tale fenomeno è particolarmente evidente e sgradevole nei periodi di secca del torrente. L’impianto appare dotato di grigliatura automatica in testa all’impianto atto a trattenere il materiale soldido in arrivo dalla rete fognaria, ma la presenza nell’alveo del torrente di fanghi e schiume può indicare un trattamento depurativo non ottimale
DEPURATORE DI PAGNACCO – VANELIS
Il depuratore tratta i liquami dell’abitato di Pagnacco ed è ubicato in via Valedis in prossimità della strada provinciale Osovana. Lo scarico del depuratore nel Cormor avvene attraverso un canale che attraversa la provinciale con un manufatto e si immette nel Cormor a valle del ponte della strada provinciale stessa. Nel canale di scarico si notano le solite schiume e bolle gassose in
superficie e fanghi sul fondo .
Anche in questo caso il canale di scarico, adiacente alla pista ciclabile,
risulta oggetto di scarsa manutenzione.
E’ da notare che nel torrente Cormor, subito a valle del ponte sulla strada
provinciale Osovana, confluiscono gli scarichi dei depuratori di Branco e
di Pagnacco ed il fenomeno risulta poco gradevole soprattutto nei frequenti
periodi di secca del torrente.
DEPURATORE DI CAPORIACCO
II depuratore-vasca Imhoff-tratta una parte dei liquami fogliari dell’abitato di Caporiacco ed è ubicato a nord-est dell’abitato, raggiungibile dalla strada comunale Caporiacco-Mels.
Lo scarico avviene in un canale confluente nel rio Cavarca e poi nel torrente Corno.
L’impianto appare oggetto di scarsa manutenzione: le vasche sono ricoperte da rigogliosa vegetazione mentre le acque di scarico appaiono torbide, ricoperte di schiume, , il fondo del canale di scarico appare ricoperto di fanghi mentre le sponde sono ricoperte di materiale di sfioro
della rete fognaria.