Cresce l’indignazione per la decisione di escludere gli atleti africani dalla Trieste run Festival (già Bavisela)

Olivier-Irabaruta Burundi

Cresce l’indignazione per l’assurda esclusione degli atleti africani dal Trieste run Festival (già Bavisela), l’articolo di denuncia pubblicato alcune ore fa da FriuliSera  sta ottenendo livelli d’accesso elevatissimi così come tante le condivisioni sui social. La notizia di una gravità e di rilevanza perfino internazionale rischiava di scivolare sui media locali in maniera quantomeno acritica.  Ora dopo quella del segretario del PD Cristiano Shaurli è arrivata la presa di posizione del segretario regionale di Articolo 1 Mauro Cedarmas: “Trieste è conosciuta nel mondo non solo per la sua bellezza, la sua storia, ecc, ma anche per essere un esempio europeo che, pur tra mille Sofferenze, ha segnato l’incrocio fra razze, culture, religioni.” Così interviene Mauro Cedarmas coordinatore regionale di Articolo 1 in relazione a quanto deciso dagli organizzatori della Bavisela che hanno escluso gli africani dalla competizione. “ Chi semina odio raccoglie tempesta , questo è il risultato di una destra regionale guidata dall’attuale Presidente della Regione e dai sui accoliti.  Questi atti di chiara matrice razzista dimostrano ancora di più la regressione culturale in cui siamo immersi. Le istituzioni democratiche devono intervenire per impedire che l’odio razziale marchi la nostra quotidianità.
Il pregiudizio che giustifica tale scelta appare in tutta la sua vigliaccheria poiché gli organizzatori hanno tutti gli strumenti per denunciare “italici” sfruttamenti, nonché risorse per garantire e tutelare gli atleti di qualsiasi nazionalità”.
Di tenore simile la dichiarazione di Isabella De Monte, eurodeputata Pd e ricandidata al Parlamento europeo nel Nordest: «A Trieste siamo arrivati alle epurazioni nello sport: ultima follia di un estremismo che sta impregnando e snaturando la città, sulla quale i più alti rappresentanti politici e istituzionali hanno messo la faccia. Fatto grave e indegno». Lo afferma Isabella De Monte, eurodeputata Pd e ricandidata al Parlamento europeo nel Nordest, commentando la decisione degli organizzatori del ‘Trieste running festival’ di non far partecipare atleti professionisti africani alla mezza maratona in programma a Trieste.
Secondo De Monte «non si usi lo sfruttamento degli atleti come foglia di fico: per sollevare questioni simili ci sono luoghi e organismi preposti cui rivolgersi. Qui siamo davvero all’assurdo: si impedisce a dei professionisti di prendere parte a una gara perché provenienti dall’Africa. Attenzione, sono mesi che lo diciamo: la situazione sta davvero sfuggendo di mano e stiamo tornando indietro a tempi bui».
«Davanti a scelte simili – osserva De Monte – la reazione è una sola: l’indignazione. Lo sport è condivisione, unione, uguaglianza, lealtà, rispetto: lo si insegna ai bambini e ai ragazzi. Ma che esempio si dà con scelte simili? Ancora una volta una vergogna inflitta a una città come Trieste e a una regione come il Friuli Venezia Giulia, da sempre culle di civiltà».

Intanto l’ufficio stampa della Regione Fvg narra un altra storia:

“Trieste Running Festival – la manifestazione podistica (composta da Generali Miramar Young, Generali Miramar Family e Trieste 24 Half Marathon) che, giunta alla sua terza edizione, animerà il Friuli Venezia Giulia nelle giornate tra il 2 e il 5 maggio – non è solo un’importante kermesse sportiva ma, ben di più, rappresenta una vetrina prestigiosa sotto il profilo turistico. Intervenuto stamane alla conferenza stampa di presentazione della quattro giorni – accompagnato dall’assessore alle Autonomie Locali e dai massimi vertici dei Comuni di Trieste e Duino Aurisina -, il governatore della Regione ha ringraziato Apd Miramar (il cui presidente Fabio Carini ha preso la decisione di escludere un continente intero dalla gara ndr)  e sottolineato come essa contribuisca con il proprio lavoro a incentivare la diffusione del buon nome del Friuli Venezia Giulia nel mondo. Un’opera che, secondo il governatore, rende l’associazione organizzatrice di fatto partner della Regione su questo fondamentale fronte. Iniziative come queste offrono inoltre, secondo il governatore, una piattaforma rilevante in termini di socializzazione: nel proporre un ampio ventaglio di alternative indirizzate ad atleti, amatori e famiglie, l’organizzazione intende infatti favorire la massima partecipazione e creare, attorno a questa festa dello sport, un momento di condivisione per l’intera comunità regionale. Encomiabile infine, secondo l’Esecutivo, l’idea di sensibilizzare i partecipanti, durante tutta la kermesse, sulla centralità del rispetto dell’ambiente, sull’impiego di materiali “eco-friendly” e sul loro corretto smaltimento: valori la cui correlazione con le politiche di sviluppo turistico è inscindibile, nella prospettiva di regalare a residenti e ospiti un Friuli Venezia Giulia sempre più sano e a misura d’uomo”.

 

 

 

Niente africani al Trieste run Festival (già Bavisela). In Fvg si applica così l“apartheid” sportivo. Non riuscì neppure a Hitler