A Santa Maria la Longaa novembre tre incontri su “Il racconto del Friuli” by Bottega Errante
SANTA MARIA LA LONGA – Dal 7 al 21 novembre 2024 a Santa Maria la Longa tre incontri su “Il racconto del Friuli”.
Gli appuntamenti nascono con l’idea di far conoscere il territorio del Friuli Venezia Giulia attraverso le voci di chi scrive. Tra gli ospiti Paolo Patui, Alessandro Cattunar, Raffaella Cargnelutti. Dalla Carnia a Gorizia, dalle periferie alle città, con personaggi inediti e altri illustri, un percorso tra le storie per scoprire il Friuli Venezia Giulia.
IL RACCONTO DEL FRIULI – La rassegna “Il racconto del Friuli” – promossa dal Comune di Santa Maria la Longa con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la direzione artistica dell’Associazione culturale Bottega Errante; in collaborazione con Pro Loco di Santa Maria la Longa, Centro di Aggregazione Giovani, Consiglio Comunale dei ragazzi, Piccolo Cottolengo don Orione, Ars Sound Laboratorio Musicale. Sponsor tecnico, Borgo Claudius – vuole promuovere attraverso degli incontri gratuita la scoperta del territorio attraverso le voci di Paolo Patui, Alessandro Cattunar, Raffaella Cargnelutti: tre appuntamenti, dal 7 al 21 novembre, presso Villa Mauroner di Tissano con l’obiettivo di ascoltare storie che riguardano il territorio.
Il primo appuntamento è giovedì 7 novembre alle 20.30 per la presentazione di “Alfabeto friulano delle rimozioni”, presente l’autore Paolo Patui in dialogo con Mauro Daltin.
Si prosegue giovedì 14 novembre alle 20.30 con “Storia di una linea bianca. Gorizia, il confine, il Novecento”, con l’autore Alessandro Cattunar in dialogo con Elisa Copetti.
A chiudere sarà invece Raffaella Cargnelutti, giovedì 21 alle 20.30 con “La valle dei Ros”. In dialogo con Kathrine Duriatti.
Gli incontri saranno accompagnati dalle letture del gruppo “Ad alta Voce”.
Per informazioni: info@bottegaerrante.it | 0432 521063 |
Questo libro rispolvera la storia di personaggi che dalla periferia di questo strano nord est hanno fornito un contributo unico e fondamentale allo sviluppo e all’evoluzione dell’uomo e della società. Giocando con un arbitrario ordine alfabetico, ecco rivivere 45 ritratti narrativi assolutamente stupefacenti e per questo indimenticabili. Sono sportivi formidabili come Armando Filiput, impresari lungimiranti come Marco Volpe o Carlo Lualdi, donne coraggiose come Virginia Tonelli e intraprendenti come Cora Slocomb, artisti seducenti come Adriana Ferrarese, architetti innovativi come Ottorino Aloisio o Antonio Berlam, geni eclettici come Luigi Rapuzzi. Ognuno ha alle spalle esistenze affascinanti, sorprendenti, per certi versi persino incredibili nella loro multiforme volontà di uscire dalla banalità del vivere quotidiano. E per questo chiedono il giusto riscatto da una ingiusta rimozione.
Una linea di gesso bianco attraversa un cortile. Al centro del cortile, sopra alla linea, c’è una mucca. Ha due zampe da una parte e due zampe dall’altra. La bestia sembra indecisa, non sa da che parte stare. O, forse, ha saggiamente deciso di non scegliere, di non accettare una divisione innaturale di quella che è sempre stata la sua casa. La mucca non sa che quella linea divide due Stati, due modelli economici, due concezioni del mondo. La mucca non sa che quella linea che le passa sotto le zampe è il tratto conclusivo della cortina di ferro, e che è il frutto di eventi storici complessi e drammatici. La mucca non sa che anche i suoi padroni, come tutti gli abitanti di Gorizia, dovranno decidere se optare per l’Italia o per la Jugoslavia.
Questa è la storia di quella linea bianca, tracciata nel settembre 1947. Questa è la storia di una terra segnata dalla convivenza tra popoli e culture diverse. Una riflessione su quanto sia difficile scegliere da che parte stare, rinunciando a una parte di sé.
Nei primi anni del Novecento, Alceste e Sisto, della famiglia dei Ros, salgono con le proprie mandrie da un paese delle Prealpi per stabilirsi in una casera incastonata in una valle tra le montagne della Carnia. È questo il fatto che sconquassa un’intera comunità e che dà inizio a una parabola nera, ispirata a fatti realmente accaduti, in cui ogni personaggio si autocondanna e dove il racconto si fa corale. Sullo sfondo due conflitti mondiali combattuti in montagna, la grande miseria che porta a una forte emigrazione maschile, prima verso le terre dell’Impero, poi della Francia, della Germania e del Belgio. E, durante l’ultima guerra, l’occupazione nazifascista tedesca e quella cosacca per contrastare e combattere la resistenza. Attorno, una natura meravigliosa e feroce, madre e matrigna, un paesaggio aspro che nulla perdona e dove per ultimo persino la terra si mette a tremare.