Ad essere in codice e rosso ormai sono direttamente i Pronto soccorso
Il flusso di 100 pazienti nella sola giornata di ieri, al Pronto soccorso di Udine non è una novità assoluta ed è determinato da vari fattori, l’influenza stagionale, anche se il picco tra gli adulti non è stato raggiunto. A questo si aggiunge la carenza ormai endemica di medici di medicina generale che per altro come normale nei fine settimana non operano. Così i pronto soccorso dei nosocomi diventano prima barriera sanitaria quando invece dovrebbero trattare sostanzialmente le emergenze. I motivi sono vari ma la carenza di medici e le dotazioni insufficienti nelle guardie mediche sono un problema strutturale che non si è neppure cercato di risolvere. Sulla questione è intervenuta con una nota la consigliera regionale Mariagrazia Santoro (Pd), commentando la situazione del Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine: “I Pronto soccorso rappresentano la frontiera della salute pubblica: se saltano, salta l’intero sistema. La Regione cambi rotta e garantisca le risorse per dare nuovo personale e servizi ai cittadini, ai Pronto soccorso e ai territori”. “La situazione del Pronto soccorso di Udine – aggiunge l’esponente dem, che è anche componente della III Commissione permanente che vanta competenze in materia di Salute – non può che destare grandissima preoccupazione. Negli ultimi giorni sono state toccate le 100 persone ricevute, senza comunque scendere sotto i 50 pazienti al giorno. Questo significa che sul territorio queste persone non trovano risposta alle loro domande di salute, intasando i Pronto soccorso sottoposti a pressioni non sostenibili”. “Chiediamo che, nel corso dei lavori per l’approvazione della legge di Stabilità 2023, in questi giorni al vaglio del Consiglio regionale, emerga l’attenzione mancata finora in quasi cinque anni di legislatura. La situazione – conclude Santoro – va affrontata con forza e convinzione: è necessario un atto concreto da parte della Giunta e della Maggioranza di centrodestra perché, se saltano i Pronto soccorso, salta la sanità pubblica regionale. Questo non possiamo permettercelo, soprattutto ora con i picchi influenzali in aumento”.