Alessandra Guerra candidata nella lista “Pace terra dignità” di Michele Santoro. “Carramba” che sorpresa
Non sappiamo se la sedicente lista “Pace terra dignità”, meglio nota come la “resuscita Michele Santoro” riuscirà nell’arduo compito di raccogliere 75 mila firme entro il 30 aprile per presentarsi alle europee. Quello che è certo che i nomi che circolano per le candidature sono una splendida miscellanea il cui collante ideologico, più che la pace, sembra essere, almeno per alcuni, l’ultimo treno da prendere, non vorremmo esere eccessivamente severi ma c’è la sensazioni che più che di pacifisti si tratti di “pacifinti” . Innegabile però che vi siano nomi degni di rispetto per la loro storia personale anche se spesso non legata alla politica. In Friuli Venezia Giulia, siamo dinanzi ad un magnifico ossimoro, una lista che ha come prima parola nel suo simbolo la parola “pace” candiderà la 60enne signora “Guerra”. Ebbene sì, parliamo di Alessandra Guerra, già presidente leghista del Friuli Venezia Giulia dal 18 luglio 1994 al 7 novembre 1995. A beneficio dei più giovani, vale la pena ricordare di chi stiamo parlando. Abbiamo quindi spulciato i nostri archivi per sostenere la memoria e iniziamo con il dire che per la sua attività politica l’Alessandra è già stata premiata con un vitalizio mensile di circa 4500 euro lordi. Ha infatti beneficiato fin dal compimento dei sui primi 50anni di quanto previsto dalla vecchia legge regionale Fvg che permetteva di ottenere il vitalizio a soli 50 anni. Insomma gode di quella che definiremmo una baby pensione. Alessandra Guerra è comunque una donna che ha anticipato i tempi con la prassi del cambio di casacca e delle piroette partitiche. Fece infatti una fulminea carriera nel Carroccio bossiano nei primi anni ’90, appena trentenne, con l’elezione in Consiglio regionale nel 1993 e la designazione ad assessore, con deleghe a Istruzione, Cultura e Formazione Professionale. Poi il 18 luglio del 1994 e fino al novembre del 1995 è stata anche Presidente del Consiglio regionale, nomina ottenuta quando non c’era l’elezione diretta del “presidente della giunta regionale” e nessuno parlava di quella carica con il termine farlocco di “governatore” (promozionato successivamente da Debora Serracchiani). Lasciata la carica di presidente tornò a fare l’assessore ad Affari comunitari, Rapporti esterni, Istruzione e alla Cultura, fino al 4 dicembre 1996. Nel 1998 viene eletta nuovamente sempre in casa Lega e dal 15 giugno del 2001 diventa vicepresidente della prima giunta di Tondo in carica fino al giugno 2003. Poi la candidatura a presidente calata decisamente dall’alto e la sconfitta sonora rimediata da Riccardo Illy. Dopo 5 anni all’opposizione, nel 2008 la Lega non la conferma a Trieste. La delusione, unita a una candidatura in una posizione pessima alle politiche la convince a lasciare la Lega Nord per passare alla coalizione dell’ex avversario Riccardo Illy, appoggiato dal Partito Democratico di cui prende anche la tessera. L’operazione risulta fallimentare e non viene eletta come del resto succede a Illy, perdente contro Tondo. Poi un periodo di uscita dai radar, ma nell’autunno 2017 quando già da anni percepiva il vitalizio, dichiara di voler partecipare alle elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia del 2018 come candidata alla presidenza della Regione per la Federazione dei Verdi, ma resta un annuncio. La sua carriera in politica sembrava essere finita ma ora ecco che viene riesumata tirata fuori dal cappellaccio magico di Michele Santoro. Santoro che dovrebbe essere capolista in quasi tutte le circoscrizioni ma non a Nord-est dove capolista dovrebbe essere Raniero La Valle, ex parlamentare e storico esponente del movimento pacifista. Altro nome di peso in lista quello della giornalista Benedetta Sabene. Tra gli altri candidati si fanno i nomi del vignettista Vauro, dell’editrice Ginevra Bompiani e dell’attore monfalconese Paolo Rossi. Secondo indiscrezioni giornalistiche ci saranno anche lo scrittore Nicolai Linin, autore del libro Educazione Siberiana che in passato ha presentato i suoi libri anche a CasaPound, il matematico Piergiorgio Odifreddi, lo storico Angelo D’Orsi, l’ex parlamentare Pino Arlacchi e il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. In lista anche alcuni ex Movimento 5 Stelle: Marta Grande e Piernicola Pedicini. Non ci sarà, come annunciato Luigi De Magistris. Insomma una bella armata che pare correre sotto il vessillo rosso/bruno. Del resto Santoro è stato chiaro: «Non siamo una lista di sinistra, non vogliamo rifondare la sinistra, questo lo lasciamo ai partiti che sono specializzati in materia».