Si vis pacem, para bellum? Delegazione Dem con Piero Fassino e Debora Serracchiani in visita alla Leonardo di Ronchi dei Legionari

Non sappiamo se la visita di Piero Fassino (Pd) vicepresidente della commissione Difesa della Camera è in qualche modo stata motivata dalla dichiarazione guerrafondaia del presidente francese Emmanuel Macron, di certo l’idea di base deve essere la solita «se vuoi la pace, prepara la guerra», insomma il migliore slogan di ogni venditore di armi del globo terracqueo e sempre lo stesso armiamoci e partite. Così oggi Piero Fassino con la collega dem Debora Serracchiani ha visitato lo stabilimento della Leonardo di Ronchi dei Legionari (Gorizia) che produce e sviluppa droni per uso anche militare. A valle della visita, è scritto nella nota Dem, una richiesta di chiarimenti al ministro delle Imprese e del made in Italy e al ministro della Difesa sulla strategia industriale del gruppo Leonardo. “Nella Leonardo di Ronchi dei Legionari, ha affermato Fassino, ci sono le capacità professionali e tecnologiche in grado di soddisfare la domanda del mercato italiano e di quello internazionale ma si tratta di mettere in campo tutta l’azione di promozione necessaria a realizzare obiettivi produttivi e commerciali molto forti. Sono tecnologie italiane che hanno come committenti in primo luogo soggetti pubblici, dalla Difesa all’Interno alla Protezione civile, ci sembra perciò necessaria una maggior determinazione da parte del Governo e delle agenzie pubbliche coinvolte nel cogliere tutte le opportunità che offre la produzione di questo stabilimento. Solleciteremo i Ministeri maggiormente interessati a rivolgere a questo stabilimento l’attenzione dovuta”. Insomma sembra proprio di leggere fra le righe l’invito allo sviluppo come sistemi d’arma. All’incontro con il management di Leonardo e alla visita alle sezioni dell’impianto era presente anche una delegazione di consiglieri regionali del Pd composta dal capogruppo Diego Moretti, da Francesco Russo e Laura Fasiolo. “Questo sito è un’eccellenza dal punto di vista produttivo e delle qualità professionali delle sue maestranze – ha aggiunto Fassino – in un settore come quello dei droni che è obiettivamente in espansione in tutto il mondo e in molti settori”
Serracchiani ha precisato che “la conferma della decisione di inquadrare lo stabilimento nella Divisione Velivoli può portare un’ulteriore opportunità di lavoro e di espansione, acquisendo una centralità nella Leonardo grazie a una produzione di alta gamma che si inserisce nella nota cornice internazionale che stiamo vivendo”. “Il sito Leonardo di Ronchi dei Legionari – è stato spiegato in sintesi dall’azienda – è in primo luogo un centro di eccellenza nello sviluppo di sistemi “uncrewed” o senza pilota, business in crescita e sempre più presente nel supportare compiti operativi di difesa e sicurezza come di protezione civile. A questo si aggiunge lo sviluppo di sistemi di addestramento e simulazione all’avanguardia che sono essenziali per l’efficienza del sistema di difesa aerea italiano. Occupa circa 280 dipendenti, per il 62% lauree STEM e per il rimanente figure tecniche ad altissima specializzazione, con un trend di crescita costante nei numeri nel corso degli anni ed una cooperazione già in atto con le principali istituzioni di formazione del territorio, università, istituti tecnici”.
In realtà l’invito Dem “ha cogliere tutte le opportunità che offre la produzione di questo stabilimento” Leonardo le ha già sviluppate, ha infatti armato il suo drone Falco Xplorer, il più grande velivolo a pilotaggio remoto costruito dall’azienda per missioni di sorveglianza strategica.
L’azienda ha già mostrato l’Uav armato con una singola munizione Brimstone al salone aeronautico Le Bourget di Parigi dell’anno scorso, ma nello sviluppo è previsto possa essere configurato, a seconda delle esigenze del cliente, per ospitare un carico completo di sei missili o 12 razzi. È la prima volta che l’azienda equipaggia il velivolo con questo sistema d’arma, precedentemente disarmato, segnala il media di settore Breaking Defense News. Lo sforzo per armare il drone di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) culminerà in una fase di “sviluppo completo”, che dovrebbe concludersi alla fine del 2024. “Tale cambiamento segna un significativo allontanamento dalla società che ha dichiarato durante la presentazione del drone al Paris Air Show nel 2019 che non aveva intenzione di produrre una versione armata” commenta ancora Breaking Defense. “Un importante cambiamento nella mentalità italiana sull’armamento dei sistemi aerei senza pilota”, aggiunge Defense News. Secondo quanto riportava l’anno scorso Defense News, l’ambizione di Leonardo è proporre questa variante armata sul mercato per i clienti entro il 2025. Come hanno spiegato fonti dell’azienda la versione armata del drone non risponde al momento a un requisito richiesto specificamente dall’Aeronautica Militare Italiana, quanto a una richiesta di altri clienti. Ma chissà che ora in punta di Fassino la situazione possa cambiare.