Allarme per l’Isonzo e per l’eccessivo il prelievo idrico. Il Pd di Gorizia chiede vigilanza delle Istituzioni per tutelare il fiume simbolo del territorio

“Se si continua così, nei prossimi anni sarà a rischio l’equilibrio ecologico di un fiume simbolo del territorio isontino e dell’Italia intera”, è senza mezzi termini l’allarme che viene da Gorizia per il fiume Isonzo. A farsene portavoce è il capogruppo del Pd nel consiglio comunale della città, che nel 2025 sarà capitale europea della cultura. Per Marco Rossi, infatti, quanto avvenuto nei giorni scorsi, con una moria di pesci e ampia tratti del fiume in secca, rischia di ripresentarsi sempre più spesso: “E’ un problema che già oggi si ripresenta ciclicamente, perché il prelievo idrico è molto spesso eccessivo proprio nei periodi in cui i livelli delle acque sono già critici a causa delle scarsità di precipitazioni e, con i cambiamenti climatici in atto, il rischio è che in futuro il problema peggiori con gravi ripercussioni per un fiume simbolico per tutto il territorio”.
“La destra goriziana è stata pronta a puntare il dito verso la Slovenia [entro il quale scorre la prima del fiume], come è solita fare, ma si può dire che anche da parte italiana non si presti la necessaria attenzione al rispetto di parametri molto chiari rispetto al dovere di garantire un flusso minimo vitale. Perché se è bastata una riduzione del prelievo idrico a Sagrado (GO) affinché venisse ripristinato un accettabile livello delle acque, è evidente che il prelievo idrico continui ad essere manifestamente eccessivo”. Nei giorni scorsi a Gorizia l’Assessore Del Sordi (Fdi) aveva puntato il dito oltre confine, ma, secondo Rossi, il problema è solo in parte transfrontaliero, forse addirittura in minima parte.
“Sul tratto italiano il fiume convive con un’area fortemente urbanizzata e i prelievi idrici sono molteplici, sia per uso irriguo che per la produzione di energia elettrica. Questo comporta notevoli problemi di gestione e una costante tensione sul fiume Isonzo”, commenta Rossi. “E’ necessario però che si prenda maggiormente coscienza della necessità di salvaguardare il fiume Isonzo, sul quale peraltro nel corso degli anni sono stati svolti molteplici studi e laboratori che hanno coinvolto associazioni e cittadini, per favorirne una gestione rispettosa delle sue caratteristiche fisiche e ambientali, conciliandole con le attività umane. Un lavoro che non deve andare disperso e che richiede un costante monitoraggio e un forte senso di responsabilità da parte dei soggetti che hanno titolo a prelevarne le acque”.
Conclude Rossi: “Gli ingenti investimenti realizzati nel corso degli anni nell’Isontino per migliorare l’irrigazione, riducendo quindi anche il fabbisogno idrico dell’attività agricola – un intervento che ha mostrato la lungimiranza delle scelte operate dalle istituzioni e dal mondo agricolo del nostro territorio – hanno mostrato la strada da perseguire per consentire il rispetto sia dell’ambiente che delle colture agricole, così importanti nell’Isontino”.