Alleanza Verdi e Sinistra, preannuncia battaglia in consiglio regionale sulla chiusura di due dei quattro consultori familiari a Trieste
Si è svolto ieri a Trieste nella Sala Tessitori della Regione, il convegno “ NO alla chiusura dei consultori familiari a Trieste, iniziativa della consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra Serena Pellegrino in coordinamento con Partito Socialista,Possibile e Reti Civiche, conseguente all’annunciata chiusura, da parte della Regione, di due delle quattro sedi triestine.
“E’ un problema che non riguarda solo Trieste – ha dichiarato in apertura Tiziana Cimolino, co-portavoce di Europa Verde ma la complessiva visione politica della Giunta regionale del FVG. Molte persone, soprattutto ragazzi e ragazze si stanno adoperando per evitare la chiusura dei consultori San Giovanni e San Giacomo. Solo a Trieste i minori in carico ai Servizi socio sanitari sono circa 2.000”.
Serena Pellegrino, consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, ricordando tra l’altro che anche i Centri di salute mentale sono sotto attacco, ha puntato il dito sul sistematico depauperamento della sanità pubblica e sulla demolizione dello Stato Sociale a favore di società di capitale che hanno come finalità primaria quella di fare utili e di considerare i pazienti come meri consumatori.
“La visione complessiva di Stato si è trasformata negli anni ’90, cedendo progressivamente i poteri pubblici alle multinazionali. Nessuno stupore quindi se l’impianto normativo che negli anni ‘70 aveva costruito il servizio sanitario nazionale è stato via via smantellato. Mi impegno – ha assicurato Pellegrino – a mettere di fronte alle proprie responsabilità la Giunta e il Presidente Fedriga con quanto la Legge mi mette a disposizione, fra cui gli strumenti di sindacato ispettivo.”
La situazione triestina è stata delineata attraverso gli interventi di Maria Serena Orel (PSI) anima della protesta iniziata il 2 maggio, proseguita con flash mob settimanali e la conseguente costituzione del Comitato contro la chiusura dei Consultori Familiari, e di Maria Vanto,già coordinatrice del Consultorio di S. Giacomo. Vanto ha descritto i riferimenti normativi regionali sui quali si fonda, a partire dal 1975, l’istituzione e l’attività dei consultori familiari, e tra questi in particolare la L. 34/96 che prevede un Consultorio ogni 20.000 persone (con l’auspicio ogni 10.000): oggi, in Friuli Venezia Giulia, la media è di uno ogni 47.100 abitanti. A Trieste, con la prevista chiusura di 2 Consultori familiari il bacino di utenza sarebbe di 103.000 persone per ognuno dei Servizi superstiti.
Rossana Giacaz (CGIL) e Magda Gruarin (UIL) della Commissione Pari Opportunità regionale hanno stigmatizzato l’erosione del welfare perpetrato da questa Giunta Regionale e dal suo Presidente. Più in dettaglio, l’accusa riguarda l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina che ha completamente dimenticato di applicare le leggi regionali sulla Cittadinanza sociale, su Famiglia e genitorialità, sulle politiche della famiglia, di promozione dell’autonomia dei giovani e delle pari opportunità. Si preferisce erogare bonus a pioggia, piuttosto che prendere in carico la persona, la famiglia e la collettività.
Maria Cristina Marzola (Sinistra Italiana) dopo aver spiegato quanto sia condivisa e allargata la protesta contro la chiusura dei consultori, ha annunciato nuovi flash mob e presidi pubblici oltre ad una raccolta firme per evitare il dimezzamento dei consultori nella Città di Trieste e in difesa della Sanità pubblica.