Alunni stranieri a Monfalcone i sindacati scuola chiedono che vengano formate classi che non siano ghetto
Un comunicato stampa dei sindacati scuola di Cgil e Cisl, relativo alla questione situazione alunni stranieri a Monfalcone, è stato emesso esprimendo preoccupazioni e perplessità e chiedono ai fini di una vera integrazione, “che venga dato a tutti i bambini e bambine e alle famiglie la stessa opportunità con la formazione di classi che non siano ghetto”. Spiegano meglio i due segretari generali della categoria Adriano Zonta Flc Cgil e Donato Lamorte Cisl Scuola: ” Con non poca sorpresa apprendiamo dagli organi di stampa che la regione ho inviato ai sindaci ed alle scuole del basso isontino una bozza per un protocollo d’intesa che prevede la distribuzione dei bambini in lista d’attesa nel comune di Monfalcone. Ancora una volta le parti sociali sono escluse dal tavolo, ancora una volta i diretti interessati, associazioni di genitori e associazioni di volontariato che lavorano gratuitamente per supplire a quei servizi che le amministrazioni locali non supportano o supportano al minino indispensabile, non vengono sentiti. Ancora più sorprendente che solo a Monfalcone, in quanto nel resto del paese, per quanto a nostra conoscenza non ci risultano accordi tra enti locali e scuole per la distribuzione dei bambini nelle liste d’attesa. E’ sottinteso che la bozza di accordo è finalizzato alla distribuzione degli alunni stranieri presenti a Monfalcone, perché se cosi non fosse, l’accordo dovrebbe riguardare tutta la regione a garanzia dell’accesso alla scuola statale a tutti i bambini in lista di attesa, perché nei vari comuni della regione, di lista di attesa sono tante e contenenti sia bambine e bambini italiani sia stranieri. Ricordiamo che la nota circolare ministeriale n.2 /2010, spesso citata, che stabilisce un tetto massimo del 30% sulla composizione delle classi con la presenza di alunni stranieri, afferma anche, che sono i consigli d’istituto e i collegi docenti che devono organizzare il servizio tenendo conto di una composizione delle classi eterogenee ed equilibrate “Cfr. D.P.R. 394/99, art. 45, comma 3: Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi: la ripartizione è effettuata evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri”, e la nota 10 della circolare evidenzia il coinvolgimento Comuni, Province, Istituzioni scolastiche, ma pure – ad esempio – associazioni dei genitori, dei dirigenti scolastici e dei docenti, nonché del privato sociale non profit. Inoltre ribadisce di finalizzare nelle aree a forte processo migratorio – anche con intese raggiunte sia prioritariamente con l’Ente locale, sia con le organizzazioni culturali e sociali non profit attive sul territorio – le risorse disponibili ai servizi complementari (ad esempio quelle per i mediatori culturali). Sempre nella circolare, viene dato mandato solo all’Ufficio scolastico regionale la possibilità di modificare il 30% in più o in meno per valutazioni di situazioni oggettive e non ad altri soggetti, la stessa circolare prevede, per l’inclusione degli alunni stranieri, che si possano fare accordi di reti tra suole con il coinvolgimento degli enti locali parti sociali, associazioni dei genitori e associazioni non profit che operano nel settore. In conclusione questo fatidico protocollo, notizie prese dai media, non trova l’accordo di tutti i sindaci interessati, se cosi fosse il protocollo resta monco”.