Ambiente: la Regione Fvg presenta un nuovo Piano rischio alluvioni che dovrebbe garantire più sicurezza
Presentato dalla Regione Fvg il nuovo Piano di gestione del rischio alluvioni ai Comuni un documento, secondo l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro “storico, agile e moderno”. Il nuovo Piano di gestione del rischio alluvioni (Pgra) è stato presentato ai sindaci dei Comuni dell’Udinese, questa mattina in videoconferenza durante una riunione informativa. L’importante documento, che speriamo non sia l’ennesimo pezzo di carta, è stato illustrato anche ai primi cittadini dei Municipi dell’Isontino e dell’area giuliana mentre domani sarà la volta dei sindaci del Pordenonese. Il documento ha spiegato Scoccimarro, supera – semplificandola, rendendola moderna e necessariamente attuale -, la pianificazione che si è succeduta dal 1989, ovvero dall’anno in cui nacquero le autorità di bacino. “La Regione è vicina ai Comuni con questo nuovo, fondamentale, strumento per la migliore gestione del territorio sul fronte della difesa dalle alluvioni. Un documento che arriva dopo oltre un anno di intenso lavoro: un iter che ha visto coinvolti nel percorso di definizione gli stessi Municipi – ha detto Scoccimarro -. Il nostro obiettivo è, adesso, quello di aiutare gli amministratori locali nell’applicazione del piano, partendo dalla comprensione dei suoi contenuti e dalle importanti novità che apporta”. Il Pgra è un documento essenziale per programmare le opere e le azioni necessarie per prevenire il rischio alluvioni; ha uno sviluppo su tre anni, con lo scopo di individuare le misure, intese sia come opere sia come azioni (piani di sgombero – evacuazione) che le amministrazioni comunali realizzeranno o svilupperanno concretamente nei due trienni di vigenza per ridurre il rischio alluvioni. Il nuovo Piano di gestione del rischio alluvioni supera i divieti assoluti, per passare alla flessibilità. Introduce, tra le altre, una novità importante che riguarda, per i Comuni, la necessità di inserire il tipo di rischio nella destinazione urbanistica di un immobile. Questo per favorire la costruzione di edifici sicuri ed evitare brutte sorprese per chi acquista uno stabile (si eviteranno cause per scantinati allagati, ad esempio, per immobili costruiti con vani interrati in aree soggette ad allagamento). Il Piano tiene conto del mutamento climatico in atto, che riguarda nel presente la nostra regione, non solo le generazioni future. La “Tempesta Vaia”, primo tornado di Classe 2 generatosi nel Mediterraneo, ha mostrato come il surriscaldamento globale crei, già nella realtà che viviamo oggi, eventi imprevisti, improvvisi e violenti. Non solo Vaia, tra il 28 e il 29 ottobre del 2018, ma anche i fenomeni di acque alte eccezionali e ripetute nel novembre 2019, le nevicate eccezionali della scorsa stagione invernale e anche i primi mesi del 2022 (caratterizzati da siccità, con possibili – seppure ipotetici – eventi critici nell’estate di quest’anno). Il gruppo di lavoro della Regione, che ha affrontato la parte normativa revisionando globalmente l’approccio, ha ripristinato alcuni vincoli ineludibili per le aree a pericolosità idraulica elevata e, in parallelo, ha riattribuito ai Comuni un ruolo essenziale nella pianificazione e attuazione degli strumenti urbanistici. Questi ultimi dovranno tener conto della conoscenza della pericolosità delle aree, ponendo vincoli che siano proporzionati al pericolo e al rischio che un nuovo intervento potrebbe generare.