Anche il passato ha contribuito alle innumerevoli chiusure dei piccoli negozi, in città come nelle periferie
Ho letto le considerazioni del Consigliere Alessandro Venanzi del PD, già Assessore alle Attività Produttive nel mandato 2013-2018, residente a Godia; su alcuni punti sollevati, vorrei sommessamente far notare:
.- a Godia esistono già diverse zone 30: via Cividina dalla rotonda fino al semaforo, la zona chiesa e oltre (via Liguria), via Pradattimis e via Bariglaria verso Beivars, esistono da anni ma forse il consigliere non li ha notati; il problema non sono tanto le zone 30 ma i troppi che non rispettano nemmeno i canonici 50 km/ora negli abitati. E non è il dissennato proliferare di dossi che li scoraggia mentre gli stessi sono invece dannosi per quanti vengono trasportati dalle autoambulanze. Qualche vigile in più sulle strade sarebbe certamente più efficace.
.- negozi di prossimità: a Godia c’è un panificio con altri generi, a Beivars un piccolo supermercato e la farmacia; il problema è che, sotto le decennali amministrazioni di centrosinistra, c’è stato uno sviluppo abnorme di centri commerciali e di predisposizioni a vantaggio degli stessi, fra gli ultimi anche un grande gruppo di negozi adiacente al cimitero di Via Firenze.
Il problema è che, con i centri commerciali a 5/10 minuti è scomparso il concetto stesso di piccolo negozio, la ferramenta/casalinghi più vicina a questa zona sopravvive a Paderno (con un grande parcheggio di fronte) oppure a Remanzacco, nel centro commerciale dopo il ponte sul Torre. Ulteriore problema è che oggi le ristrutturazioni nelle periferie difficilmente prevedono piccoli spazi commerciali perché comunque non verrebbero occupati, data la concorrenza e relativa vicinanza dei negozi di più ampia scelta e dimensione (a loro volta minacciati dagli acquisti nel web).
Sarà anche stata una “visione di prospettiva”, quella dei decenni passati, ma certo ha contribuito alle innumerevoli chiusure dei piccoli negozi, in città come nelle periferie, letteralmente annientati. È facile adesso puntare il dito sugli stessi guasti a cui si è dato l’avvio.
Claudia Gallanda già Consigliere comunale di Udine
mandato 2013-2018