Assemblea sui referendum, sbagliato il diniego del rettore dell’università di Udine

«L’università ci ha negato la prenotazione di un’aula perché il nostro evento era “troppo politico”. Come si può negare a studenti e studentesse di informarsi adeguatamente sui referendum dell’a e 9 giugno? Come si può impedire a un’associazione studentesca universitaria di svolgere liberamente una propria attività?». E quanto dichiara Elena Chiaruttini, coordinatrice dell’Unione universitari di Udine, commentando il diniego, da parte del rettore, di un’aula per lo svolgimento di un’assemblea con Maurizio Landini sui referendum dell’8 e 9 giugno. Assemblea che si terrà giovedì 15 maggio, con inizio alle 15, al Teatro San Giorgio di Udine. «Il diniego – aggiunge Chiaruttini – non ci ha fermati e svolgeremo ugualmente il nostro evento, anche se fuori dagli spazi universitari.
«La Cgil – commenta da parte sua il segretario generale della Camera del lavoro di Udine Emiliano Giareghi – ha scelto come motto per questa campagna referendaria “il voto è la nostra rivolta”: il voto è infatti il nostro potere e noi lo vogliamo esercitare, al contrario di quanto dicono alcuni esponenti del governo. I cinque quesiti referendari toccano gli ambiti fondamentali della tutela del lavoro e del diritto alla cittadinanza. È importante che la comunità cittadina possa informarsi e confrontarsi su questi temi e la consapevolezza parte dai giovani universitari, che entreranno in quel mondo del lavoro che stiamo costruendo ora. È giusto che possano essere fautori del proprio futuro».
«La possibilità di organizzare un evento sui referendum – aggiunge ancora Elena Charuttini – è un atto di responsabilità civica, non un’iniziativa “troppo politica”. L’Unione degli Universitari, assieme alla Cgil, rivendica con forza il ruolo degli studenti e delle studentesse come soggetti attivi nella democrazia. Il 15 maggio noi ci saremo perché il voto è la nostra rivolta, e non intendiamo farci mettere a tacere».

Unione degli Universitari e Cgil Udine