Autoambulanze Fvg senza tablet e navigatore, si è tornati agli appunti con blocco e lapis
Non c’è pace per la nuova centrale unica del 118 nata male e cresciuta peggio. Ma soprattutto non c’è pace per i malcapitati in cerca di soccorso che rischiano la salute e in qualche caso la vita per il malfunzionamento o la mancata tempestività della macchina del soccorso. Per fortuna che quasi sempre a metterci una pezza è il personale, non fosse così avremmo davvero una situazione emergenziale. Ma veniamo agli ultimi fatti, già pochi mesi dopo essere stati installati sulle automediche ed autoambulanze i tablet del sistema di comunicazione e navigazione della Centrale di Palmanova ebbero guasti gravi. Attraverso questi tablet gli equipaggi delle ambulanze ricevono in tempo reale i dati relativi a ogni intervento di soccorso consentendo in teoria all’autista di vedere immediatamente il tipo e codice di intervento, l’indirizzo, nonché il percorso più rapido da seguire. Questi tablet, nome tecnico DATCOM, erano in dotazione fin dall’attivazione della Centrale a Palmanova e proprio in occasione della sua inaugurazione i tablet erano stati presentati come un’innovazione fondamentale che aumentava significativamente la rapidità e sicurezza degli interventi di soccorso. Peccato che fin dall’inizio questi apparecchi, come accennato in apertura, avevano dimostrato pesanti malfunzionamenti: ritardi di arrivo della comunicazione al tablet anche di molti minuti, con conseguente dilatazione dei tempi di soccorso, errate indicazioni del luogo dove prestare il soccorso, molti i casi registrati dove le autoambulanze venivano indirizzate in posti sbagliati. E così dopo meno di due mesi i tablet furono ritirati. Eravamo al maggio 2017. A finire sotto accusa allora pare fosse il software e la capacità di ricezione dati: «il terminale in dotazione alle ambulanze – spiegava allora Vittorio Antonaglia, direttore della Centrale operativa regionale del 118 – non funziona bene. Rimandiamo indietro un apparecchio che non ha mai funzionato bene: il costruttore lo deve aggiustare con calma, fare i dovuti test, rinviarcelo e a quel punto saremo ben lieti di utilizzarlo. Ma, è bene sottolineare che a bordo delle ambulanze c’è un sistema ridondante per cui ci sono più apparecchi che svolgono la medesima funzione. Nello specifico c’erano il terminale affiancato da un sistema radio digitale ad altissima frequenza che funziona alla perfezione e il telefono. Visto che il sistema Datcom ha fatto le bizze, chiediamo sia messo perfettamente apposto e poi lo riutilizzeremo». C’è voluto un anno e mezzo di verifiche e aggiornamenti e i mitici apparecchi che erano costati, pare, 200mila euro sono stati reinstallati sui mezzi di soccorso. Tutto bene o quasi, visto che con l’arrivo dell’estate e del caldo di questi giorni pare non siano più utilizzabili, infatti ci si è accorti che non sopportano l’esposizione al sole. Se l’autoambulanza non è in ombra e il sole irraggia il cruscotto sul video appare la scritta “temperatura batteria eccessiva” e il tablet si disconnette dall’alimentazione per sicurezza. Il risultato, dicono fonti bene informate, è che pochi giorni fa tutti i tablet sono stati messi fuori servizio e disinstallati. Ed è stata una fortuna, perché ci si è anche accorti che erano stati montati sul cruscotto in modo tale da poter interferire con l’airbag. Ora operativamente significa tornare al metodo precedente, che si basava sull’utilizzo della radio e del lapis e del blocco note, per segnare le informazioni sui luoghi da raggiungere, sulla posizione dei mezzi di soccorso e sul tipo di intervento da effettuare. Metodo senz’altro efficace a patto che gli operatori abbiano profonda conoscenza del territorio perchè in assenza di navigatore il problema può diventare serio. Insomma il sistema può funzionare alla vecchia maniera. Resta il fatto però che la fornitura e l’installazione sono costate centinaia di migliaia di euro (200 mila gli apparecchi più le ore per istallarli e disinstallarli) e quindi sembrano opportune alcune domande: quali requisiti e caratteristiche degli apparecchi sono stati richiesti nella gare d’appalto? il sistema è stato collaudato? ci sarà un accertamento delle cause e delle relative responsabilità? I vertici della sanità parlano insistentemente, e giustamente, della necessità di razionalizzare le spese, qui si sono buttate centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico. Tutto ciò è dovuto alla malasorte o qualcuno ha sbagliato? Indifferente se per incompetenza o superficialità. Quanti e quali ritardi di soccorso tutto ciò ha provocato? Quali sono stati gli effetti sulla salute delle persone? Appare del tutto evidente che la scelta di quegli apparecchi che qualcuno a livello tecnico avrà fatto, è stata sbagliata, del resto sul mercato esistono apparecchi efficienti con specifiche militari chiamati Rugged Tablet Pc che sono in grado di operare in tutte le condizioni ambientali. Sarebbe interessante capire quanto sono costati singolarmente gli apparecchi. Guardando i tablet con specifiche militari e che sono nati per essere frequentemente utilizzati in ambienti con temperature estreme, sia provocate dalle condizioni climatiche esterne, che da contesti industriali interni con range di temperature da +60 a -30, si scopre che non solo questi esistono ma che i costi di mercato, (Amazon) pur se elevati rispetto ad un tablet tradizionale non sono proibitivi. La media e di 700 euro comprandone uno, ovviamente nel casi di parecchi decine il prezzo dovrebbe scendere. Se è vero che sono stati spesi 200mila euro per l’acquisto e anche considerando un prezzo di 1000 ero a unità vorrebbe dire che sarebbero stati acquistati 200 tablet.
Una cifra che potrebbe essere congrua se si trattasse di tablet con le giuste specifiche o superiori, ma se questi vanno in tilt solo con l’irraggiamento solare estivo allora è evidente che si tratta di apparecchi discutibili per non dire scadenti. Strano che non sia scelto il “top” , visto che in passato, giunta regionale dopo giunta regionale, non si è certo badato a spese magari per acquisti meno utili. Vale la pena ricordare le 108 poltroncine in alluminio speciale, di tecnologia avanzata, modello Aeron, prodotte dall’americana HermanMiller dal costo di euro 912 più Iva cadauna. Siamo nel 2014, anche se l’acquisto era stato deciso nel 2012, per il motivo, si disse in consiglio regionale rispondendo ad una interrogazione che «Gli operatori in condizioni di stress ed emergenza devono avere il massimo comfort operativo che garantisca la tutela della propria salute grazie alla regolazione personale delle sedie». Giusto, se non fosse che le sedie in questione vennero fornite in 108 esemplari anche a chi di stress operativo ne vedeva ben poco. Per inciso anche allora, scoppiata la querelle pubblica, si precisò che l’acquisto era stato deciso con il Decreto n. 217/PC/2012, dalla precedente Giunta regionale, il cui Presidente era Renzo Tondo, insomma “colpa” della giunta precedente. Esattamente la stessa risposta che si da oggi per i Tablet e per ogni problema relativo alla macchina sanitaria. Il problema vero è che la responsabilità è sempre di chi governa nel momento in cui avvengono i problemi, inutile additare il passato, se si ravvisano elementi sarebbe invece obbligo rivolgersi alla giustizia o quantomeno scovare i responsabili, molto speso non politici eletti, delle scelte e rimuovrli dal loro ruolo. Chissà perchè questo non avviene mai, quasi che, una volta assunte le responsabilità non si riesca ad andare oltre l’autodifesa propagandistica, perchè cane non mangia cane e soprattutto meglio tenere fuori la magistratura dai palazzi della politica, non si sa mai.