Autonomia differenziata: Spitaleri, smentito centrodestra Fvg. “Stop forzature su mini riforma province”

“La Corte costituzionale afferma che l’autonomia differenziata non può trasformarsi in qualcosa di assimilabile alle autonomie speciali che godono costituzionalmente di un diverso regime. Insomma non esiste il tanto decantato ‘all-in’ di Zaia che la Corte costituzionale ritiene contrario al principio di sussidiarietà. La Corte interviene poi a salvare il Parlamento anche da se stesso, prevedendo che i LEP debbano essere sottoposti all’approvazione del Parlamento (e non del Governo) e le intese Governo/Regioni possano essere emendate”. Il componente della Commissione Paritetica Stato-Fvg Salvatore Spitaleri commenta la sentenza della Consulta sull’Autonomia differenziata.
“Per quanto riguarda più da vicino il Friuli Venezia Giulia – entra nel dettaglio Spitaleri – la Corte smentisce i proclami del centrodestra regionale e conferma il fatto che la cosiddetta clausola di miglior favore per le Regioni ad autonomia speciale non si applica e quindi si deve procedere con riforma del proprio Statuto di autonomia, attraverso legge costituzionale o se del caso attraverso norme di attuazione. Questo – puntualizza Spitaleri – rende ancora più urgente un serio lavoro di verifica del nostro Statuto di autonomia, abbandonando le forzature dell’attuale mini riforma sulle province e ragionando di sistema”.
Il componente della Paritetica sottolinea inoltre che “un maggior coinvolgimento e rafforzamento della struttura tecnica della Commissione paritetica consentirebbe almeno un piccolo lavoro di cesello, per rafforzare gli strumenti regionali”.
“Come avevano preventivato moltissimi studiosi di diritto costituzionale evidentemente non ascoltati dal ministro Calderoli – osserva l’esponente dem – la Corte ha bocciato il meccanismo di trasferimento per materie indicando che possono essere devolute solo specifiche funzioni legislative e amministrative. Insomma, la Corte conferma l’art 116, terzo comma della Costituzione, ma boccia Calderoli e i suoi tecnici in diritto costituzionale e anche – conclude – qualche autorevole esponente della Regione Fvg”.