Ballottaggio a Udine: la luna rossa buon auspicio per archiviare l’eclissi fontaniniana
Quando alcuni giorni fa ho alzato gli occhi al cielo dopo il crepuscolo ho visto una splendida luna rosa, che a me piace pensare essere più tendente al rosso. Nulla di straordinario è un fenomeno ottico tipico del primo plenilunio di primavera ma che da sempre ha affascinato i popoli della terra tanto che in varie culture gli sono stati attribuiti significati e nomi diversi, ma tutti legati ai cicli della natura e relative attività umane rupestri. Cosi per i cinesi è la Luna della Peonia, fiore simbolo della fortuna, nella cultura celtica Luna della Crescita legata ai futuri raccolti, così come nell’emisfero sud della terra era considerata la luna del Raccolto o la Luna del Cacciatore. Ma forse la spiegazione più suggestiva la diedero le tribù dei nativi americani che avevano una precisa tradizione con tanto di riti sciamanici. Legavano la luna rossa, così come in oriente, ai Fiori ed in particolare il colore era riferito al phlox selvatico, un piccolo fiore da campo rosa carico che in America sboccia e inizia a diffondersi sul terreno proprio all’inizio della primavera, tingendo letteralmente di rosa le pianure quando non l’intero paesaggio. In ogni caso in ogni cultura e tradizione è segno positivo di rinascita tanto che non a caso la Pasqua cristiana cade sempre in primavera assorbendone e assimilandone così le più ataviche tradizioni contadine. Speriamo sia così anche per la città di Udine che dopo l’oscurantista grigiore della stagione politica di Fontanini e & C possa rivedere nuova luce. Certo, a complicare le cose, una campagna elettorale e prima ancora la formazione di liste progressiste che complessivamente non sono piaciute a tanti, erano all’insegna di opacità e settarismi sui quali sarà il caso di ragionare una volta vinta la battaglia, comunque non ora ma dopo il ballottaggio perché adesso l’imperativo è arginare la destra. Ora è il momento dell’impegno e del richiamo alla responsabilità per ridare alla città di Udine il governo che merita la sua storia di medaglia d’oro per la Resistenza al nazifascismo, vale la pena ricordarlo ai più giovani che il capoluogo friulano e per l’intero Friuli venne insignito il riconoscimento il 14 giugno del 1947 questo perché alla fine della seconda guerra mondiale, la neonata Repubblica Italiana sentì «l’obbligo di segnalare come degni di pubblico onore gli autori di atti di eroismo militare» ricompensando, con delle decorazioni al valor militare, non solo i singoli combattenti, militari o partigiani, ma anche quelle istituzioni territoriali e non (comuni, città, province, regioni, università) a cui era stato riconosciuto un ruolo rilevante nella Guerra di Liberazione. Anche per questo i cittadini udinesi dovrebbero sentire il dovere morale di tornare ad essere argine ai venti postfascisti che soffiano ormai palpabili. Consideriamo quindi la parentesi Fontanini un incidente di percorso, una temporanea eclissi da archiviare ma senza dimenticare. Invitiamo tutti quindi ad evitare che alla festa del 25 Aprile sia ancora il “Pieri” di Campoformido, con tutte le ambiguità di cui è portatore, a presenziare la cerimonia. Basti questo a smuovere gli animi.