Bilancio 2021-2027: La commissione UE accoglie con favore l’accordo provvisorio sul futuro fondo europeo per la difesa
In un mondo in cui l’instabilità e le minacce transfrontaliere alla nostra sicurezza sono in aumento, nessun paese può farcela da solo. Per questo, le istituzioni dell’UE hanno raggiunto un accordo politico parziale sul Fondo europeo per la difesa, soggetto all’approvazione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, che promuoverà una base industriale della difesa innovativa e competitiva e contribuirà all’autonomia strategica dell’UE. Insomma si cerca di mettere dinnanzi al fatto compiuto di scelte rilevanti in tema geopolitico e militare ma anche sul piano economico-industriale. Scelte preventive che peseranno sulle azioni della futura classe dirigente europea.
Per Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, si tratta di “un passo importante verso la realizzazione della cooperazione europea in materia di difesa. Il Fondo europeo per la difesa aiuterà gli Stati membri a valorizzare maggiormente il denaro dei contribuenti, a promuovere un’industria della difesa forte e innovativa e a rafforzare l’autonomia e la leadership tecnologica dell’UE nel campo della difesa”.
Grazie all’accordo, ha aggiunto Elzbieta Bienkowska, Commissaria responsabile per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI, “l’Europa compie un ulteriore passo nel diventare un garante più forte della sicurezza per i suoi cittadini. Il Fondo promuoverà l’innovazione tecnologica e la cooperazione nel settore europeo della difesa affinché l’Europa possa beneficiare di tecnologie e materiali di difesa all’avanguardia e interoperabili in ambiti nuovi quali l’intelligenza artificiale, i software cifrati, la tecnologia dei droni o la comunicazione via satellite”.
Gli elementi chiave su cui è stato trovato un accordo – fatta salva l’adozione formale definitiva da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.
Il Fondo sosterrà l’intera fase di sviluppo industriale, dalla ricerca allo sviluppo di prototipi fino alle certificazioni.
Il Fondo finanzierà progetti collaborativi di ricerca principalmente attraverso sovvenzioni.
Oltre alla fase di ricerca e progettazione, finanziabile fino al 100%, il bilancio dell’UE sarà disponibile per integrare gli investimenti degli Stati membri cofinanziando i costi connessi allo sviluppo di prototipi (fino al 20%) e alle conseguenti attività di collaudo, qualificazione e certificazione (fino all’80%).
Il Fondo incentiverà i progetti che prevedano la partecipazione transfrontaliera alla filiera della difesa di numerose PMI e imprese a media capitalizzazione offrendo tassi di finanziamento più elevati,
I progetti nel contesto della cooperazione strutturata permanente europea (PESCO), se ammissibili, possono ricevere un’ulteriore maggiorazione del cofinanziamento del 10%, ma il finanziamento non è automatico.
I progetti saranno definiti in base alle priorità di difesa concordate dagli Stati membri nel quadro della politica estera e di sicurezza comune, in particolare nel contesto del piano di sviluppo delle capacità (CDP), ma possono anche essere prese in considerazione priorità regionali e internazionali, ad esempio nel quadro della NATO.
Di norma sono ammissibili solo i progetti collaborativi che coinvolgano almeno 3 soggetti idonei provenienti da almeno 3 Stati membri o paesi associati.
Una quota della dotazione di bilancio compresa tra il 4% e l’8% sarà destinata all’innovazione dirompente e ad alto rischio, che darà impulso alla leadership tecnologica e all’autonomia di difesa dell’Europa a lungo termine.
In linea di principio solo i soggetti stabiliti nell’UE o nei paesi associati che non sono controllati da paesi terzi o da soggetti giuridici di paesi terzi sono ammissibili al finanziamento. Le controllate di società di paesi terzi con sede nell’UE possono, in via eccezionale, essere ammissibili al finanziamento a determinate condizioni, per garantire che gli interessi di sicurezza e di difesa dell’UE e degli Stati membri non siano messi a repentaglio. I soggetti stabiliti al di fuori dell’UE non riceveranno alcun finanziamento dell’UE ma possono partecipare ai progetti di cooperazione. L’UE non esclude quindi nessuno dal Fondo europeo per la difesa ma fissa condizioni per ricevere finanziamenti simili a quelle cui le imprese dell’UE sono soggette sui mercati dei paesi terzi.
PROSSIME TAPPE
L’accordo politico raggiunto in via preliminare da Parlamento europeo, Consiglio e Commissione nei cosiddetti negoziati di trilogo è ora soggetto all’approvazione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Gli aspetti di bilancio e alcune disposizioni orizzontali correlate relativi al futuro Fondo europeo per la difesa sono soggetti all’accordo generale sul prossimo bilancio a lungo termine dell’UE proposto dalla Commissione a maggio 2018.
Fonte Ue