Biometano: Celotti (Pd), Pagnacco, mancano regole per tutela cittadini
«La mancanza di regole puntuali sugli impianti di biometano, che la Regione avrebbe potuto fissare e non ha fissato con la recente norma sulle rinnovabili, sta creando una spaccatura sui territori e a Pagnacco questo è emerso in maniera forte: i cittadini hanno dimostrato, con la loro ferma opposizione, di non sentirsi tutelati e hanno chiesto di trovare un altro luogo». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) presente ieri sera all’auditorium parrocchiale di Pagnacco all’incontro organizzato per illustrare alla popolazione il progetto di un impianto a biometano tra Pagnacco e Tavagnacco.
«Questi progetti e di conseguenza la transizione energetica, non possono essere portati avanti al prezzo di spaccature così profonde nelle comunità. Il progetto in sé viene compreso, ma il sito individuato è ritenuto non idoneo, e davanti a posizioni così nette, con i dubbi che permangono sulla questione odori, sul carico per la viabilità e sul deprezzamento degli immobili e dei terreni circostanti, le amministrazioni comunali non possono che prendere atto della contrarietà ferma delle loro comunità, per questo auspico, come è stato proposto ieri sera, che riprenda il confronto fra i proponenti e i sindaci, al fine di valutare delle possibili alternative» afferma Celotti secondo la quale, «si sta giustamente spingendo sulle rinnovabili, ma manca un sistema di regole e una regia regionale per accompagnare la trasformazione, con il rischio che poi siano le comunità a subire questa mancanza di programmazione e che si creino le tensioni che sono emerse a Pagnacco e Tavagnacco. I ragionamenti che oggi diventano urgenti avrebbero dovuto essere fatti già anni fa e con la recente legge sulle rinnovabili abbiamo perso un’altra occasione». Inoltre, Celotti tira in ballo il ruolo dei Comuni affermando che «la stragrande maggioranza dei piani regolatori comunali vanno aggiornati per integrare la possibilità di realizzare impianti da fonti rinnovabili con i principi della tutela delle comunità, della salute e del paesaggio». In questi anni , ricorda «è cambiata la tecnologia, ci sono gli incentivi, e quindi le iniziative imprenditoriali si moltiplicano, proprio per questo serve un intervento normativo chiaro della Regione, che faccia da cornice e dia indicazioni di massima, ferme restando le legittime valutazioni dei municipi. La transizione energetica – conclude Celotti – va governata e bisogna avere il coraggio di trovare un equilibrio tra la legittima iniziativa imprenditoriale, che non va ostacolata ma supportata, e le comunità, che a loro volta hanno dei diritti e avanzano delle legittime richieste di tutela».