Buco dell’ozono: a settembre è cresciuto, raggiungendo un nuovo record. Ma questa volta la colpa è meno dell’uomo
Negli anni ’70 e ’80, l’uso diffuso di clorofluorocarburi dannosi in prodotti come i refrigeranti per frigoriferi e bombolette spray ha danneggiato l’ozono nell’alta atmosfera, provocando un buco nello strato di ozono sopra l’Antartide.
Le dimensioni del buco dell’ozono si modificano seguendo un ritmo regolare: aumentano progressivamente da agosto a ottobre, periodo in cui raggiungono la massima estensione, per tornare nella norma entro la fine di dicembre, quando il vortice polare si indebolisce.
Quest’anno il buco dell’ozono si è aperto in anticipo a causa dell’eruzione del vulcano Hunga-Tonga, avvenuta fra dicembre 2021 e gennaio 2022 e che ha portato grandi quantità di vapore acqueo negli strati superiori dell’atmosfera. Secondo Inness “il vapore acqueo potrebbe avere rafforzato la formazione delle nubi stratosferiche polari, dove i clorofluorocarburi possono accelerare la riduzione dello strato di ozono” e “la presenza del vapore acqueo – aggiunge – può anche contribuire al raffreddamento della stratosfera antartica, migliorando ulteriormente la formazione di queste zolle stratosferiche polari e dando luogo a un vortice polare più robusto”.