Buco dell’ozono: a settembre è cresciuto, raggiungendo un nuovo record. Ma questa volta la colpa è meno dell’uomo

L’Agenzia spaziale europea ha annunciato che il buco dell’ozono sopra l’Antartide ha raggiunto un nuovo record a settembre, con una dimensione quasi tre volte più grande di quella del Brasile. Per dimensioni, si colloca al decimo posto fra le estensioni rilevate negli ultimi 44 anni, che hanno toccato il record nel 2000, con 29,9 chilometri quadrati. “Il nostro servizio di monitoraggio e previsione dell’ozono mostra che l’aumento del buco dell’ozono del 2023 ha avuto un inizio precoce ed è cresciuto rapidamente da metà agosto”, ha affermato Antje Inness, scienziato del Copernicus Atmospheric Monitoring Service (CAMS). “Le misurazioni effettuate dal satellite Copernicus Sentinel-5P mostrano che il buco dell’ozono sopra l’Antartide di quest’anno è uno dei più grandi mai registrati. Il buco ha raggiunto una dimensione di 26 milioni di chilometri quadrati il 16 settembre 2023.

Negli anni ’70 e ’80, l’uso diffuso di clorofluorocarburi dannosi in prodotti come i refrigeranti per frigoriferi e bombolette spray ha danneggiato l’ozono nell’alta atmosfera, provocando un buco nello strato di ozono sopra l’Antartide.

Le dimensioni del buco dell’ozono si modificano seguendo un ritmo regolare: aumentano progressivamente da agosto a ottobre, periodo in cui raggiungono la massima estensione, per tornare nella norma entro la fine di dicembre, quando il vortice polare si indebolisce.
Quest’anno il buco dell’ozono si è aperto in anticipo a causa dell’eruzione del vulcano Hunga-Tonga, avvenuta fra dicembre 2021 e gennaio 2022 e che ha portato grandi quantità di vapore acqueo negli strati superiori dell’atmosfera. Secondo Inness “il vapore acqueo potrebbe avere rafforzato la formazione delle nubi stratosferiche polari, dove i clorofluorocarburi possono accelerare la riduzione dello strato di ozono” e “la presenza del vapore acqueo – aggiunge – può anche contribuire al raffreddamento della stratosfera antartica, migliorando ulteriormente la formazione di queste zolle stratosferiche polari e dando luogo a un vortice polare più robusto”.