Caritas diocesana di Udine: venerdì a Udine convegno sulle emergenze internazionali, dove il Friuli è in prima linea
La cooperazione internazionale come strumento per creare”dal basso” ponti di pace tra i popoli. E non solo: per le Chiese sorelle l’occasione di guardare alla realtà con occhi nuovi, svecchiando le proprie prassi e atteggiamenti con la testimonianza delle Chiese più giovani del Sud del mondo. Questi i temi proposti dal convegno in programma venerdi 24 giugno, alle ore 17 presso la sala Paolino d’Aquileia in via Treppo 5/B a
Udine. Da alcuni dei più dinamici e dolenti luoghi del mondo (Argentina, Myanmar, Etiopia, Georgia) si ritrovano i rappresentanti di progetti di cooperazione che coinvolgono la Chiesa Udinese (attraverso il suo braccio operativo, l’organizzazione di volontariato Missión) , spesso con il supporto delle istituzioni pubbliche come la Regione Friuli Venezia Giulia. Oltre all’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, e al direttore di Caritas Udine, don Luigi Gloazzo, interverrà il direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello. La Chiesa Udinese nel mondo Sostegno all’infanzia e a progetti di scolarizzazione e formazione professionale, miglioramento dell’assistenza sanitaria e della prevenzione, un particolare riguardo alla situazione femminile, l’attenzione alla risoluzione dei conflitti in atto sono i nuclei tematici che si ripetono più spesso. Questi sono in sintesi i temi degli ultimi progetti sostenuti da Mission Odv nel mondo. Storie di pace, di sviluppo e di solidarietà che possono arginare il ritorno della guerra come protagonista della storia. Ma vediamo uno a uno i Paesi che saranno presenti al convegno del 24 giugno.
Myanmar, nel cuore della lotta per la democrazia. La situazione politica in Myanmar è molto grave dopo il golpe militare che ha deposto l’1 febbraio 2021 la legittima presidente, il premio Nobel per la pace Aung San Su Kyi. Nella città di Taunggy, dove opera il missionario friulano del Pime padre Livio Maggi con la associazione New Humanity legata al Pime, sono giunte decine di migliaia di sfollati fuggiti dagli scontri armati nelle città più grandi. Particolarmente delicata la situazione nel settore educativo., perché migliaia di insegnanti hanno boicottato la scuola in segno di disobbedienza civile contro il regime. Da 5 associazioni locali è nato così il progetto di una nuova scuola, il cui nome ’hanno scelto i bambini stessi. “Do Kyaung”, significa “La nostra scuola”. Riprende un motivo del canto delle manifestazioni di protesta: “la nostra nazione”. Una scuola voluta dai bambini, costruita insieme ai genitori, un inno alla libertà di educarsi e di vivere un’infanzia.
Etiopia: donne, formazione professionale e salute
Istruzione e sanità sono i capisaldi del rapporto tra il Friuli e l’Eparchia cattolica di Emdibir, regione dell’Etiopia centrale, che al convegno sarà rappresentata dal vescovo mons. Musie Gebreghiorghis . Il Paese è attualmente stremato da 20 mesi di guerra contro i ribelli della regione del Tigray. Dopo alcune piccole collaborazioni, il salto di qualità avvenne nel 2011 con il progetto triennale “Avvio della scuola
professionale e formazione dei formatori a Emdibirl”, cofinanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e sostenuto, oltre che da Mission Odv anche da Cevi, Dica (Dipartimento ingegneria civile e Architettura dell’Università di Udine).
Georgia: dalla parte delle famiglie fragili
Si tratta di un microprogetto dal budget piccolo (50 mila euro) ma dagli effetti molto rilevanti per la città di Tbilisi, capitale dell’ex repubblica sovietica, oggi indipendente ma come l’Ucraina alle prese con un complicato rapporto con la Russia. Come spiegheranno al convegno Nana Kukhalashvili e Tamar Chaduneli, l’obiettivo è sui genitori dei ragazzi che frequentano i servizi sociali per minori della capitale Tbilisi. Verrà offerto loro un sostegno psicologico di tipo individuale e di gruppo per rafforzare le competenze educative e promuovere una relazione positiva con i figli. Ai genitori fragili anche dal punto di vista economico, verrà offerta la possibilità di frequentare corsi professionali per migliorare la loro posizione sul mercato del lavoro.
Udine-San Martin, un gemellaggio che dura da 40 anni Dura da 40 anni il rapporto con la diocesi argentina di San Martin (periferia urbana della capitale Buenos Aires). In totale sono 8 i saccerdoti Fidei Donum inviati dal Friuli all’Argentina, ma con essi si è mobilitato un
patrimonio di fede (che ha portato alla fondazione della parrocchia di Castelmonte in Argentina), di umanità, di cultura, di solidarietà, di progetti di sviluppo. Molte comunità friulane hanno sostenuto le numerose opere di promozione umana e sociale avviate, come ricorderà Claudia Conception Limardo, direttrice della Caritas di San Martin. Tra queste in particolare la costruzione delle scuole superiori a Villa Bosch e la scuola professionale a Castelmonte, entrambe con oltre 3.000 studenti. Nella baraccopoli di Villa Nueva Esperanza, numerosi furono gli interventi e le campagne avviate prima dal Centro Missionario di Udine e poi da Missiòn Onlus. Le relazioni e le attività furono
potenziate nel 2002 per rispondere alla grave crisi economica che colpì l’Argentina. Gli ultimi interventi sono stati a favore delle 52 baraccopoli presenti ancora sul territorio di San Martin, dove vivono oltre 20 mila persone. Molti i nuovi poveri a causa del Covid 19 ma anche per la crescente precarizzazione del lavoro (fenomeni come Glovo e Uber).