Caro gasolio: crescono le difficoltà nell’autotrasporto. L’allarme delle organizzazioni di categoria
I fortissimi aumenti di questi mesi non hanno interessato solo luce e gas ma anche il gasolio per autotrazione. Nell’arco temporale di un anno, tra gennaio 2021 e gennaio 2022 il prezzo del diesel alla pompa è passato da 1,35 euro al litro a 1,67 euro al litro (ora si sfiora anche 1,70 euro al litro), con un incremento di oltre il 22 per cento. Per capire l’impatto su un’impresa di autotrasporto ricordiamo che il costo del carburante rappresenta circa il 30% dei costi che una tale tipologia d’impresa sostiene. Se si considera che in Italia, quasi l’80% della merce, viaggia su gomma, si può comprendere meglio la rilevanza del problema. All’incremento del costo del gasolio, si somma un raddoppio del prezzo dell’additivo Adblue, indispensabile per il funzionamento dei veicoli Euro V ed Euro VI (che rappresentano circa il 60% dei mezzi circolanti), passato da 250 euro a 500 euro a tonnellata. Vanno inoltre considerati anche gli aumenti dei pezzi di ricambio, dei servizi di manutenzione e non ultimo anche l’aumento del costo del lavoro, a seguito della scarsità di autisti e pertanto con la necessità da parte delle imprese di fidelizzare il proprio personale viaggiante, con migliori retribuzioni. Le imprese di autotrasporto su gomma, in Friuli Venezia Giulia pari a circa 1.500, non sempre riescono a trasferire sulla loro committenza i maggiori costi sostenuti, a sua volta spesso gravata dall’incremento di costo dell’energia e delle materie prime (pensiamo a tutta la logistica del freddo che necessità di grandi quantitativi di energia). L’incremento del costo del trasporto in queste condizioni non dovrebbe essere mai inferiore al 10%, ma spesso avviene in una misura percentuale inferiore o non avviene proprio. Il protrarsi di questa situazione inevitabilmente comporterà un indebolimento finanziario delle imprese, per alcune anche il pericolo di non poter assicurare la continuità aziendale. Parallelamente a questa situazione, si stima che l’erario incassi un maggior gettito di circa 1 miliardo di euro. Con l’aumento del prezzo del greggio, aumenta il valore della base imponibile su cui ci applica l’Iva pari al 22% e va considerato che la base imponibile contiene anche le accise (una tassa sulla tassa!). Riteniamo che, nell’immediatezza, questo incremento di gettito, debba essere restituito sotto forma di credito d’imposta agli autotrasportatori e a chi per ragioni professionali utilizza un autoveicolo.