Cartiere in grave sofferenza. Troppo alti i costi energetici. Probabile cassa integrazione per le maestranze
Non crea meraviglia che la cartiera Burgo di Tolmezzo potrebbe non riaprire lo stabilimento dopo la pausa utilizzata per la manutenzione programmata dei macchinari se il prezzo del metano non scenderà, troppo alti i costi che rendono impensabile produrre in perdita. In realtà non solo questa evoluzione era prevedibile ma non riguarda solo la cartiera di Tolmezzo ma l’intero settore cartaio che è particolarmente energivoro. Anche le prospettive non sono prevedibili e per ora, se non interverranno fatti nuovi, le maestranze finiranno in cassa integrazione. In realtà nel 2022 i circa 300 i dipendenti alla cartiera di Tolmezzo non si erano mai fermati a causa dei prezzi dell’energia ma ora con l’aumento del gas a 320 euro al megawattora tutto assume contorni più sinistri. Già diversa la situazione alla cartiera di Ovaro dove per circa 170 lavoratori dove è aperta la procedura di eventuale attivazione della cassa integrazione. Una garanzia voluta contro possibili stop improvvisi della produzione dovuti a mancanza gas e ordini. Quanto all’altra grande cartiera in regione, la Ermolli di Moggio Udinese, l’attivazione della cassa integrazione è stata richiesta prima di ferragosto.