Caso Kappa Vu: è ufficiale, non solo per la Gibelli ma anche per Fedriga e la sua maggioranza la Regione è “tribunale speciale censorio”
Come è arcinoto anche il Friuli Venezia Giulia quest’anno ha reso omaggio a Dante Alighieri nel settecentesimo anniversario della morte. Tantissime le iniziative per celebrare il sommo poeta. Ma è evidente che ne l’assessore alla cultura Gibelli, che delle celebrazioni dantesche si è atteggiata a gran cerimoniere, ne tantomeno la maggioranza che sostiene la giunta Fedriga, devono aver colto appieno lo spirito profondo del pensiero di Dante. Il sommo considerava la ricerca e il conseguimento delle virtù e della conoscenza, cioè del sapere e della cultura, la vera ragione dell’esistenza umana, pensiero rappresentato appieno nella celebre terzina del canto XXVI dell’Inferno: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Conoscenza e cultura che non può di certo passare attraverso forche caudine ideologiche espresse con la messa all’indice di libri, giornali e di chi li edita. Eppure in questa regione i fatti spiacevoli su quest’aspetto targati centrodestra non si contano. Come non ricordare, a titolo di esempio, l’allucinante episodio del Comune di Monfalcone a trazione leghista che censurò i quotidiani Avvenire (giornale della conferenza episcopale) e di quei “pericolosi” comunisti de il Manifesto, prima cancellando gli abbonamenti ai due quotidiani per la propria biblioteca comunale con risibili “ragioni economiche” e poi, dinanzi a una colletta fra i cittadini per il rinnovo degli abbonamenti, rifiutando comunque l’inserimento dei due giornali fra quelli a disposizione della cittadinanza relegandoli nell’ufficio relazioni pubbliche dove non vi è praticamente reale accesso esterno. Potremmo continuare ricordando la predilezione del fornire “anteprime” ed esclusive delle notizie ai giornali o giornalisti amici. Ma arriviamo al caso di queste settimane che oggi a visto l’epilogo della massima ipocrisia ideologia ne voto in Consiglio Regionale. Non è infatti passata la mozione di censura proposta dalle Opposizioni nei confronti dell’assessore alla Cultura, Tiziana Gibelli, dopo l’esclusione della casa editrice Kappa Vu dallo stand istituzionale Fvg al Salone del libro di Torino. Una bocciatura che era nell’ordine delle cose, quando sul semplice buon senso e sulla realtà dei fatti, prevale l’offuscamento para-ideologico ma che ha visto, al di là del voto, una pochezza di argomentazioni desolante, con la solita stucchevole litania su foibe, negazionisti e analisi storica piegata alle necessità politiche del momento. In sostanza la Maggioranza ha fatto valere i suoi numeri, respingendo la mozione con 27 “no”, tra i quali anche quello di Emanuele Zanon (Regione Futura-Gruppo Misto). Compatti pure i gruppi di Opposizione (19 voti a favore) che avevano tutti sottoscritto il testo di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), primo firmatario della mozione. Walter Zalukar, del Gruppo Misto, ha invece scelto l’astensione. Come era prevedibile, con la tipica superficialità di chi parla di storia partendo da convincimenti ideologici e senza aver letto se non i titoli dei libri o recensioni di parte, non si è voluto capire che in gioco non vi era il giudizio su una casa editrice e su quello che pubblica, ma sul fatto che non spetta alla Regione e men che meno ad un assessore decidere chi è “meritevole” di sostegni e chi no. Del resto il testo della mozione era chiaro da questo punto di vista ma non c’è più sordo di chi non vuol sentire. Quello che è grave che a conclusione della discussione generale, il presidente Massimiliano Fedriga dal quale si sperava arrivasse un briciolo di equilibrio, ha riassunto l’acefala posizione della Giunta: “Non posso non entrare nel merito – ha detto il presidente della Regione – perché la scelta è stata fatta entrando nel merito: è inaccettabile abbinare l’immagine della Regione a una casa editrice che fa pubblicazioni revisioniste e riduzioniste. Tesi che offendono la sofferenza patita da tante persone di queste terre”. Insomma chi sperava che Fedriga marcasse minima differenza dalle posizione della Gibelli è rimasto deluso, del resto è normale che quando si opera sul “sentito dire” e con gli occhi foderati dai preconcetti, si possa incorrere in clamorosi errori. L’aveva spiegato bene Furio Honsell, primo firmatario della mozione che lui stesso ha definito “un passo pesante, che crea turbamento anche a noi. Oggi in Consiglio Regionale, per la prima volta nella storia di oltre 60 anni di questa Regione si è discussa una “mozione di censura” ai sensi dell’Art. 145 del Regolamento Regionale. Lo si è fatto nei confronti del comportamento tenuto dall’Assessore Gibelli quando ha discriminato la casa editrice Kappa Vu. Non è – ha precisato – un attacco alla persona, ma un atto che riteniamo necessario per garantire il principio di equità”. “L’assessore Gibelli – ha continuato il consigliere di Open – ha accusato la Kappa Vù di essere una ladra di verità a proposito dei suoi libri sulle foibe, e sono parole molto gravi. Non è vero che la casa editrice è negazionista: ha ampiamente trattato quei temi, riconoscendo la veridicità storica di tanti fatti”. “La gravità di questo atto sottoscritto da tutti i Consiglieri di opposizione è giustificata dalla gravità della discriminazione” ha continuato il Consigliere di Open Sinistra FVG. “Sulla base di valutazioni soggettive dell’Assessore Gibelli la casa editrice Kappa Vu non ha potuto esporre i propri libri, nello stand finanziato dalla Regione, al Salone del Libro di Torino. La Kappa Vu è un’eccellenza editoriale riconosciuta in Europa in svariati settori trai quali quello delle lingue minoritarie.” “Purtroppo l’Assessore ha scelto di non partecipare al dibattito, nel corso del quale i consiglieri di maggioranza sono stati in difficoltà nel giustificare il comportamento dell’Assessore ma, in forza dei numeri hanno respinto la mozione.” “Molti hanno però riconosciuto che il comportamento tenuto da Gibelli, anche durante l’interrogazione avvenuta la settimana scorsa, sia stato “ingenuo” o “uno scivolone”. “L’auspicio comunque – conclude Honsell – è che non si ripetano situazioni incresciose come quelle avvenute nei confronti di una casa editrice che è un patrimonio della nostra Regione”.
Sulla stessa linea gli altri esponenti di Opposizione. “Il tema non sono le foibe – ha detto Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’autonomia – ma l’inaccettabile atteggiamento di Gibelli in aula: qualche giorno prima aveva tentato di cancellare la legge sulle portatrici carniche”. “La Comunità europea – ha ricordato invece Cristiano Shaurli del Pd – premiò Kappa Vù per le sue pubblicazioni in lingua friulana, e credo sia un giudice più autorevole dell’assessore Gibelli. Anch’io non ho condiviso i testi di quell’editore su Porzus, ma non possiamo decidere noi chi vale e chi no. Ricordo che anche la Mondadori pubblicò i libri di Irving, che negava l’Olocausto e fu condannato”. “Siamo contro i riduzionisti e i negazionisti delle foibe – ha ribadito Andrea Ussai del M5S – ma il problema è come si decide tutto ciò: non è questo il compito della politica”. Tiziano Centis, capogruppo dei Cittadini, considera l’esclusione di Kappa Vù “un grave errore da parte dell’assessore, che è chiamata a favorire lo sviluppo delle realtà culturali e non a sbarrare loro la strada”. Altrettanto secca ma decisamente fuori tema la replica dei capigruppo di Maggioranza, che hanno difeso a spada tratta le scelte di Gibelli. “Questa mozione è inopportuna – ha detto il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Nicoli – anche perché riporta sul tavolo politico un tema sul quale è stata già sancita una verità storica grazie all’incontro tra i Presidenti delle due Repubbliche, con la visita di Mattarella e Pahor alla Foiba di Basovizza”. In sostanza Nicoli sembra non aver capito la natura della censura all’assessore, come se in discussione fosse la solita e ormai stucchevole polemica sulle foibe. Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, è stato più cauto e affermando che “non piace il metodo adottato, ha giustificato la Gibelli perchè ha spiegato “l’assessore è chiamato a decidere, e a volte presi dalla concitazione del dibattito in aula può capitare di andare oltre le righe. Noi però confermiamo la stima per Gibelli”. Deciso e perfettamente in linea con la voglia di regolare ideologicamente la cultura, l’intervento di Claudio Giacomelli di Fratelli d’Italia: “Facciamo chiarezza ha detto: Kappa Vù non è stata esclusa dal Salone del libro, poteva benissimo andarci. Ma qui si parlava dello stand istituzionale della Regione Fvg, che mette in campo le eccellenze in campo culturale: quella casa editrice è davvero una eccellenza culturale, può essere davvero considerata istituzionale? Se voi ritenete che quelle posizioni storiche, che io trovo aberranti, siano rappresentative del Fvg, siete fuori strada”. Insomma non solo anche Giacomenlli esce dal tema ma offende pesantemente la casa editrice che non essendo in linea con il pensiero della “fratellanza” è da considerare più o meno spazzatura. Dal canto suo Enzo Marsilio (Pd) ha contestato all’assessore alla Cultura l’intenzione di cancellare la legge sulle portatrici carniche (“Anche quello sarebbe stato un insulto a tante persone”), tema ripreso anche dal capogruppo dem, Diego Moretti, convinto che in questa vicenda “sia in gioco il ruolo delle istituzioni”. “Io sono in totale dissenso su alcuni libri del catalogo di Kappa Vù – ha detto invece il dem Sergio Bolzonello – ma il tema è che quella casa editrice ha dimostrato di essere un’eccellenza in alcuni campi, e aveva il diritto di partecipare al Salone del libro nello stand Fvg”. Mauro Capozzella (M5S) ha invece reso noto all’aula di aver incontrato i vertici della Kappa Vù, che potrebbero intraprendere un’azione legale sentendosi parte lesa dalla decisione della Giunta. In serata il M5s ha anche emesso una nota a firma del capogruppo Cristian Sergo che parla apertamente di “condotta del tutto illiberale” riferendosi all’atteggiamento dell’assessore Tiziana Gibelli. “Qui non eravamo chiamati a parlare di negazionismo o riduzionismo, su cui siamo naturalmente contrari, ha spiegato Sergo, ma sul fatto che non spetta alla politica decidere chi è o non è negazionista o riduzionista. Se gli enti preposti al finanziamento delle attività culturali fanno dipendere le proprie scelte da valutazioni soggettive dell’assessore, ci si incammina lungo una strada davvero pericolosa”. “Al di là del danno che può aver avuto, a livello imprenditoriale, la casa editrice dall’atteggiamento dell’assessore, crediamo che la politica abbia invaso un campo non suo – conclude il portavoce dei pentastellati -. La Giunta regionale non deve diventare una sorta di tribunale speciale”.