Chiacchiere e propaganda: Torna la tesi dei migranti untori (tre) che rovinano la media del Fvg. Fedriga, Roberti e Riccardi costruiscono così gli alibi preventivi ai loro fallimenti

Chi si era illuso che la pandemia e la situazione politica nazionale ed europea che si è determinata avesse portato ad una vera svolta più “moderata” nella narrazione, tutta distintivo e propaganda, da parte del centrodestra dovrà ricredersi, questo certamente sui livelli nazionali ed ancora di più su quelli regionali. Infatti il lupo perde il pelo ma non il vizio ed è già ripresa la narrazione che vede legare addirittura il covid all’immigrazione quando tutto nel recente passato dimostra con è certo quello il problema. Così ieri il duo Roberti-Riccardi non solo rinsalda il rapporto fra Lega e Forza Italia ma lo fa proprio sul tema migranti, anzi “clandestini” come la narrazione destrorsa bolla quella umanità di ultimi fra gli ultimi la cui unica colpa è quella di voler sopravvivere e ricercare una vita migliore. Ieri una doppia dichiarazione ha riproposto il tema degli untori, dimenticando come questo ruolo ad inizio pandemia era stato appioppato proprio agli italiani. Era sbagliato allora ed è sbagliato oggi, perchè il coronavirus l’unica nazionalità che riconosce è quella umana, a meno che non si vogliano rispolverare teorie sulla supremazia di certe “razze” su alte e questo purtroppo non ci meraviglierebbe visto il brodo di coltura nel quale certe ideologie galleggiano. Ad aprila la macabra danza una nota dell’assessore alla salute Riccardo Riccardi che per depistare l’opinione pubblica dalla sua gestione del sistema sanitario Fvg che rischia di naufragare nei marosi tempestosi della sua direzione improvvisata, a ruota l’assessore alla “sicurezza” Pierapaolo Roberti, leghista doc che ha fatto in realtà della insicurezza la cifra della sua carriera politica. Puntualizzava infatti Riccardi che dei nuovi contaggi alcuni sono di migranti/richiedenti asilo a Ts dando così l’assist al suo collega Pierpaolo Roberti per poter affermare a ruota: “Mentre l’emergenza Covid sta lentamente rientrando, grazie allo sforzo compiuto dal sistema sanitario e alle restrizioni patite dai cittadini e dalle attività economiche, i centri di accoglienza nei quali si sviluppano ancora focolai di infezione rimangono luoghi critici da monitorare con attenzione, al pari dei migranti spesso positivi al coronavirus che ogni giorno vengono rintracciati dalle forze dell’ordine sui nostri confini”. Oibò ma di cosa si sta parlando? La risposta è nei numeri, i nuovi contagi di cui si parla sono complessivamente 19 di cui 3 (tre) riferibili a migranti. E’ evidente che il dato si commenta da solo e forse non valeva neppure la pena evidenziarlo. Ma ovviamente l’operazione mediatica non poteva non trovare subito l’appoggio incondizionato dei soliti noti che hanno subito sposato la tesi degli immigrati come untori ma soprattutto come di quelli che “rovinano” la media del Fvg con Fedriga che teorizza che fatta la tara dei migranti i dati sarebbero diversi, “senza di loro la Regione avrebbe fatto segnare un trend in calo e non in aumento” si legge sul Messaggero Veneto di questa mattina che incorona così la dichiarazione del presidente Fedriga che, come dice il quotidiano di Viale Palmanova “tuona”: “Il rischio moderato è dovuto al fatto che abbiamo trovato alcuni positivi tra gli immigrati entrati irregolarmente. Rivolgo, quindi, un appello al ministro dell’Interno affinchè impedisca l’ingresso di immigrati irregolari nel nostro territorio. Già sono profondamente contrario, se poi entrano con il virus, visti gli sforzi che hanno compiuto e stanno continuando a compiere la regione e i cittadini, non sono particolarmente soddisfatto. Il contrasto all’immigrazione irregolare assume una rilevanza ancor maggiore nel contesto emergenziale che stiamo attraversando: non è infatti ammissibile che, proprio in conseguenza dell’arrivo di migranti, si sviluppino nuovi focolai”. Ora visti i numeri di cui stiamo parlando tutto appare surreale. E come se in Lombardia dove è stato identificato un focolaio in una palestra si additassero come untori tutti gli sportivi. A rispondere alla polemica ha comunque provato già ieri tramite l’agenzia di stampa Dire da Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà di Trieste, onlus che insieme alla Caritas triestina gestisce la totalità dell’accoglienza straordinaria dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica sul territorio provinciale di Trieste: “Casi Covid arrivati dalla rotta balcanica? Confermo e smentisco nello stesso tempo, nel senso che il numero di casi è ridottissimo. Può sempre accadere che ci siano dei casi positivi, perché i tamponi vengono fatti a tutti sistematicamente all’ingresso, e quindi vengono rilevati. Nulla di assolutamente anomalo”. In sostanza sembra dire Schiavone è ovvio che se il censimento viene fatto su tutti gli arrivati emerga una piccola percentuale di positivi che può apparire significativa dato che sul resto della popolazione i tamponi non vengono fatti a tappeto. “Le considerazioni espresse dai vertici della Regione Friuli Venezia Giulia sul pericolo sanitario rappresentato dai migranti, conclude Schiavone sono “la solita cosa che, in assenza di ogni altro argomento, viene richiamata. Cioè la vicenda degli immigrati-untori si ripete ciclicamente, ed è piuttosto scadente”