Coldiretti-Italgas: patto per lo sviluppo del biometano presentato a Pordenone

Un’iniziativa che si inserisce nel mutato scenario europeo che all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina ha individuato nel biometano la fonte rinnovabile destinata a sostituire un quarto delle forniture di gas di origine fossile un tempo importate dalla Russia: obiettivo a sostegno del quale il Pnrr ha stanziato 1,7 miliardi di euro per raggiungere, entro il 2026, una produzione nazionale di circa 2 miliardi di metri cubi all’anno, pari a quattro volte quella attuale.

Coldiretti ha presentato nell’Auditorium della Regione a Pordenone il protocollo d’intesa siglato nella sede del ministero delle Politiche agricole con Italgas, principale operatore in Europa nella distribuzione del gas con una forte presenza in Italia e Grecia. Ai saluti del presidente di Coldiretti Fvg Martin Figelj e dell’assessore delegato dal sindaco di Pordenone Mattia Tirelli, sono seguiti gli interventi dei relatori della tavola rotonda, moderata dal vicedirettore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini: l’ad di Italgas Paolo Gallo, il presidente del Consorzio italiano biogas Piero Gattoni, l’assessore Fvg alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, il viceministro all’Ambiente Vannia Gava e, a chiudere i lavori, il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini.

«Il convegno – sottolinea il presidente di Coldiretti Fvg Figelj – è servito a diffondere il messaggio dell’opportunità di aumentare la produzione di biometano in Italia. Con questo protocollo Coldiretti garantisce il coinvolgimento dei soci nei piani di informazione e formazione sul biometano e li sensibilizzerà sul suo utilizzo in diversi ambiti produttivi e industriali, realizzando anche una mappatura degli impianti di biogas esistenti e potenzialmente oggetto di conversione a biometano. Italgas, da parte sua, si impegna a contenere i tempi di valutazione delle proposte di connessione dei nuovi impianti alle proprie reti e a ridurre i costi di allacciamento».

Un’analisi di Coldiretti/Centro Studi Divulga ha fatto emergere che il 16% della energia rinnovabile consumata in Italia nasce dai campi e dalle stalle: contributo strategico al fabbisogno nazionale grazie all’impiego di biomasse, biogas, bioliquidi e fotovoltaico in grado di raddoppiare, grazie anche a nuovi accordi, il proprio potenziale produttivo al servizio del Paese per contribuire a raggiungere gli obbiettivi fissati dalla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28) per il 2030.
Per il presidente del Consorzio italiano biogas Gattoni, «l’obiettivo che si è dato il Paese di quasi 6 miliardi di metri cubi di biometano nel 2030 è una grandissima opportunità non solo per differenziare la produzione di gas con una significativa quota di rinnovabile, non solo per poter disporre di energia elettrica programmabile, ma anche perché il digestore anaerobico è una tecnologica che permette la transizione agroecologica, fattore di competitività per le aziende».
Per l’assessore Zannier, «gli impianti di biometano consentono di abbinare una produzione energetica green con una serie di vantaggi anche a livello di gestione agronomica per le aziende e trattamento dei reflui zootecnici».

«Il biometano è la soluzione ideale e già disponibile – ha commentato l’ad di Italgas Gallo – per dare una risposta alla complessa equazione con cui fa i conti l’Europa: raggiungere una transizione ecologica che garantisca allo stesso tempo sicurezza degli approvvigionamenti e competitività dei costi dell’energia». Il nostro Paese ha una capacità produttiva stimata di circa 8 miliardi di metri cubi di biometano già al 2030, ma per liberarla serve un quadro normativo che redistribuisca i costi di allacciamento alla rete alleggerendo la componente in capo ai produttori. Al momento, infatti, tali costi gravano per circa l’80% sui produttori e questo costituisce un enorme ostacolo alla realizzazione di nuovi impianti e allo sviluppo di un sistema di economia circolare che sia dinamico ed efficace».

«L’intesa tra Coldiretti e Italgas – aggiunge l’onorevole Gava – è un passo significativo nella promozione dello sviluppo sostenibile in Italia, ma anche un contributo decisivo al rafforzamento della nostra autonomia di approvvigionamento attraverso la diversificazione e la decarbonizzazione delle fonti, in coerenza con la linea dettata dell’Ue nel REPowerEU».

«L’agricoltura vuole essere protagonista della produzione di energia rinnovabile, per questo stiamo lavorando insieme per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese – l’intervento in chiusura del presidente di Coldiretti nazionale Prandini – Il ruolo del biogas nel perimetro delle energie pulite rappresenta, infatti, un punto di partenza ineludibile poiché dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la produzione di biometano a livello nazionale per alimentare non solo i macchinari agricoli ma anche autobus, camion e navi oltre alle auto delle famiglie italiane. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green».