Comitati e alcune forze politiche del Fvg si oppongono al progetto nazionale di autonomia regionale differenziata.
Siamo in giorni pre-elettorali con occhi, orecchie e cuori puntati su Trieste e Pordenone, i più grossi centri del Friuli Venezia Giulia in cui si vota per decidere le nuove Amministrazioni, contemporaneamente ad altri capoluoghi regionali come Milano, Torino, Roma, Napoli. Ma queste future Amministrazioni e la cittadinanza tutta, che le sceglierà, sono consapevoli della spada di Damocle sospesa sulle teste di tutte le persone che vivono in Italia? Essa si riassume nell’infausto progetto dell’autonomia differenziata che determinerà conseguenze e ricadute drammatiche sia sulle singole vite sia sul futuro della stessa Repubblica. L’autonomia regionale differenziata è un pericoloso monster nato dalla riforma del Titolo V della Costituzione ad hoc modificato: in esso, all’art.116, dopo aver elencato le Regioni che godono di statuti speciali come il FVG, si enuncia che “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117… possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali”. Questa autonomia differenzierà così le Regioni in termini finanziari e di materie di competenza, spappolando l’unità della Repubblica e il godimento di diritti assicurati in egual modo dalla Costituzione per tutte le persone su tutto il territorio nazionale. Le Regioni accentreranno in sé un potere enorme su materie determinanti come la Sanità (e degli effetti perniciosi della sua regionalizzazione abbiamo ben chiari i segni in FVG come in Lombardia, anche se le Regioni tentano di negarli e di occultarli spargendo falsità), il Lavoro, che verrà frammentato isolando ed indebolendo così i lavoratori ed estromettendo molte lavoratrici, in balia di regole diverse, perché regionalizzate, e di una Confindustria mai così forte, la Scuola dove ognuno deciderà “cosa” e “come” sia meglio insegnare, dando la stura ad esempio ai più turpi revisionismi storici come già abbiamo potuto sperimentare. E, in ogni caso, come per la Sanità, già oggi regionalizzata, si apriranno non porte, ma portoni al privato. C’è da chiedersi inoltre se le persone potranno pagarsi la privatizzazione dei servizi, e se potranno sostenere lo smantellamento non solo dell’istruzione pubblica e della sanità, ma del welfare in toto dagli asili nido alle residenze per anziani, tutto ciò conseguenza inevitabile del contraccolpo dell’erosione dei diritti e dello svilimento della dignità del lavoro. Il Sud verrà massacrato e la competizione tra Regioni rischierà di portare a un esito balcanizzante. In ogni singolo territorio ci saranno cittadini di serie A, B… Z, alla faccia dell’uguaglianza dei diritti sanciti dalla Costituzione democratica.
E, in uno schema che sembra destinato a ripetersi, saranno le donne, nel lavoro, nell’attività di cura e di gestione delle relazioni familiari, a pagare il prezzo più alto, come peraltro ben documentato in questa tristissima epoca pandemica. I Comuni stessi, che per altro finora non sono stati nemmeno consultati sul tema come prevederebbe invece l’art.116 sopra citato, verranno svuotati dei loro poteri e delle loro prerogative, con tagli economici che ricadranno immediatamente sulla cittadinanza, luogo dopo luogo, comunità dopo comunità.
I Comuni vanno al voto in questa situazione, con una cittadinanza che ancora non solo non ha chiaro il problema, non essendo stata chiamata a discuterne, ma in gran parte non ne è ancora a conoscenza. Esiste tuttavia sul territorio nazionale il Coordinamento dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’Unità della Repubblica e l’Uguaglianza dei diritti, cui si sono unite fin dalle sue prime battaglie quelle forze politiche e associative che hanno subito visto lo sfregio che si stava preparando ai diritti e ai principi sanciti dalla Costituzione. In Friuli Venezia Giulia sono presenti i Comitati di Trieste e di Udine, e il nascente Comitato di Pordenone. I Comitati hanno interpellato e coinvolto in questo periodo sia candidati/e consiglieri alle amministrative sia personalità del mondo politico nazionale arrivate in regione per la campagna elettorale, oltre ad associazioni come l’ANPI che, pur dichiarando nel documento che verrà posto al voto al proprio Congresso una forte e ferma opposizione all’autonomia differenziata, non si è ancora pronunciata a livello regionale. Tra i candidati che hanno rilasciato dichiarazioni contro l’autonomia differenziata vi sono Sebastiano Badin (Segretario Regionale di Sinistra Italiana) e Michele Ciol, candidati a Pordenone con Il Bene Comune, Renato Davì con Adesso Trieste, Daniele Dovenna, candidato a Trieste con Sinistra in Comune, Gianni Cavallini candidato a San Vito. Si attende che in Regione i candidati Sindaci si esprimano nel merito, così come hanno fatto ad esempio a Milano Alessandro Pascale e Gabriele Mariani, e a Roma Cristina Cirillo. Nel frattempo il Segretario Nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, intervistato giovedì 24 a Pordenone, ha rilasciato sul tema una serie di dichiarazioni molto nette, coerentemente con quanto affermato nel Documento votato dal Congresso Nazionale del Partito. L’autonomia differenziata, afferma Fratoianni, è un progetto disgregante che fotografa e aggrava una situazione di diseguaglianza già presente; lo squilibrio non è solo tra Nord e Sud, ma all’interno delle singole regioni e dei singoli territori, in cui le persone secondo il luogo di nascita godono e godrebbero di diritti molto diversi. Bisogna quindi lavorare nelle Istituzioni e nella società per produrre consapevolezza e resistenza, impegnandosi a collaborare in una lotta politica comune: per questo Sinistra Italiana sarà presente all’Assemblea nazionale dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata che si riunirà a Roma il 31 ottobre. I Comitati del Friuli Venezia Giulia saranno presenti all’assemblea romana per articolare ulteriori azioni in consonanza con gli altri Comitati e con le forze politiche, sociali, associative che convergono nella battaglia contro questo progetto moltiplicatore di diseguaglianze.
Dianella Pez
(Sinistra Italiana, Comitato di Udine per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’Unità della Repubblica e l’Uguaglianza dei diritti, Circolo LeG di Udine).