Confartigianato Fvg Tilatti: il nuovo governo cambi il decreto crescita e tolga l’obbligo di anticipo in fattura di ecobonus e sisma bonus
«Il nuovo Governo e la nuova maggioranza in Parlamento mettano mano alle norme sullo ‘sconto’ in fattura che le imprese dovrebbe effettuare se il cliente chiede di usufruire immediatamente dell’ecobonus e del sisma bonus. Apprezziamo le iniziative di sostegno alla battaglia che sono state prese in Consiglio regionale riguardo al problema, ma ora è necessario che Roma agisca subito. Gli effetti negativi del provvedimento sono già significativi sulle nostre imprese».
Il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, ripropone così al neo insediato Governo lo spinosissimo problema che ha generato a luglio la conversione in legge del cosiddetto Decreto Crescita e che costringe le imprese a dover praticare lo «sconto» immediato in fattura al cliente che chiede di usufruire immediatamente dei benefici per lavori dedicati al risparmio energetico (ecobonus) e antisismici (sismabonus), anziché usufruire di una detrazione fiscale dal 50 all’85% spalmata su 10 anni.
In Consiglio regionale Fvg, dopo una prima attenzione posta al problema lo scorso luglio con un’interrogazione del Pd e una discussione trasversale durante l’approvazione dell’assestamento di Bilancio, ora è una mozione del Patto per l’Autonomia a rimettere sotto i riflettori un problema che sta penalizzando le migliaia di piccole imprese del «sistema casa», che non dispongono della capacità finanziaria per ‘anticipare’ lo sconto al cliente e non sono in grado di sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito. Nel documento il Patto invita Presidente e Giunta regionali a intervenire, attivandosi presso il Governo e il Parlamento, con immediatezza e sollecitudine, per una riscrittura della norma sulla base delle reali esigenze dell’economia del Paese e delle piccole realtà che vi operano contribuendo in modo sostanziale all’arricchimento economico e sociale del nostro territorio.
«Una mozione che va nella giusta direzione», afferma il presidente Tilatti, che rimarca però l’urgenza «di far sentire alta la voce a Roma affinché si giunga in tempi rapidi a una svolta decisa, rispetto a una norma che rischia di lasciare fuori dal mercato migliaia di valide aziende artigiane».