Considerazioni sul prossimo voto
In questi giorni ci sono stati diversi giornali nazionali che hanno acceso di nuovo i riflettori su Monfalcone. Infatti in occasione delle prossime elezioni hanno voluto sentire il polso di quella che storicamente dovrebbe essere la base dei votanti a sinistra, gli operai. Senza grosse sorprese, almeno per me, il quadro che ne esce è che gli operai, spesso, voteranno a destra, estrema destra, il partito di Giorgia Meloni. Una destra reazionaria, ma vestita con abiti civili, che sotto la giacca nasconde il manganello, nasconde cioè quel fare autoritario, quella politica che guarda con affetto a certi regimi che in Europa oggi, non 50 anni fa, sono contro l’aborto, a favore della famiglia tradizionale e soprattutto contro ogni diversità (da cosa non ho mai capito). Una destra che non si è mai espressa per aumentare i salari o le tutele dei lavoratori, che sostiene che il problema non sono gli astronomici guadagni di pochi, ma chi ha meno tutele e diritti e quindi in qualche modo ruba il lavoro, un lavoro sempre più povero.
La domanda che sorge spontanea è perché gli operai, in particolare quelli con meno tutele votano a destra? La risposta che dà la destra, per capitalizzare ancora di più quel voto, è dire che la Sinistra li ha traditi e quindi fanno bene a votare loro. In particolare a Monfalcone dove ci fu la transazione amianto. Ci mancherebbe, fin troppo facile.
La risposta che si dà da Sinistra è: non ci hanno capiti, ma è ancora troppo facile. Credo che una risposta univoca forse non è così facile da trovare ma tre cose possiamo
provare a dirle oggi, a Monfalcone ed in Italia: 1 – la Sinistra per essere tale deve ricominciare a chiedere garanzie e tutele per i lavoratori, senza se e senza ma, deve ricominciare a parlare di salari, che devono essere aumentati, deve chiedere che l’appalto non copra l’ottanta percento del lavoro in Fincantieri, ma che ci sia una quota di lavoratori diretti che superi quelli in appalto. Questo è il compito della politica e questo si deve chiedere. Queste sono le quote che vogliamo. 2 – la destra sta governando questa città da 6 anni, anche con Fratelli d’Italia, partito di Giorgia Meloni, e in questi sei anni il numero di cittadini stranieri, tutti nell’appalto Fincantieri, sono aumentati del 45%. Proprio l’assessore di FdI aveva la delega ai rapporti con la grande azienda e forse bisognerebbe chiedere, anche alla destra, conto di come stanno le cose. A questo punto, sicuramente, qualcuno a destra ci parlerebbe del Protocollo sul Lavoro. Un testo nato per ridurre l’appalto e il dumping salariale ma, se ben guardiamo, un protocollo che non è stato firmato proprio dalle più grosse aziende del territorio Fincantieri in primis e a seguire Nidec e Mangiarotti. La distanza siderale tra la propaganda e la pratica. 3 – Infine una cosa scomoda sul tema amianto. Siamo sicuri che gli operai che votano a destra conoscano il tema della transazione? Siamo sicuri che questo tema non sia stato strumentalizzato per costruire un vestito nuovo ad una destra che mai si era occupata seriamente della sicurezza sul lavoro, che per decenni si è disinteressata del tema, salvo scoprirlo improvvisamente nel 2015, che anche in questi anni ha destinato i soldi, prima destinati alla ricerca, per fare pubblicità comprando borse di carta? Forse anche su questo è ora di dire le cose come stanno. In conclusione la Sinistra deve riappropriarsi dei propri temi, quelli che conosce bene, chiedere tutele per i lavoratori e le lavoratrici, e smettere di rincorrere una destra che si vende come rivoluzionaria, ma che nella realtà ripropone le stesse ricette di un tempo lontano e sfortunato, come ricorda al corriere la Meloni quando rispolvera, come se nulla fosse, “Dio, Patria e famiglia”. Una destra dal cuore nero. Cristiana Morsolin – Coraggio Monfalcone Solidale