Contratti turismo al palo i rinnovi, paghe ferme da 6 anni. Scatta lo sciopero. Venerdì stop di 8 ore e sit-in a Trieste

Brusco stop nella trattativa con Federturismo e Aica sul rinnovo del contratto nazionale dell’Industria turistica. Se la maggior parte dei rinnovi contrattuali nel settore sono andati in porto, si è invece interrotto il tavolo tra le due federazioni aderenti a Confindustria e i sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil: da qui lo sciopero proclamato a livello nazionale, che in Friuli Venezia Giulia avrà luogo venerdì 9 agosto e sarà accompagnato da un presidio in programma a Trieste, a partire dalle 10.30, sotto la sede di Confindustria Alto Adriatico, in piazza Casali.
«Le posizioni assunte dalle associazioni datoriali – scrivono i segretari regionali Adriano Giacomazzi (Fisascat Cisl), Marika Baio (Filcams-Cgil) e Matteo Calabrò (Uiltucs-Uil) nel volantino che annuncia lo sciopero – non possono passare sotto silenzio! A fronte di un atteggiamento miope per il turismo e offensivo per le lavoratrici e i lavoratori come quello assunto da Federturismo e Aica, e nella colpevole consapevolezza, da parte loro, che le maggiori criticità del settore attengono proprio alle condizioni di lavoro e alle retribuzioni, Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno ritenuto che non ci siano più le condizioni per la prosecuzione di un confronto utile, ragione per la quale il negoziato si è interrotto». Negative, infatti, le risposte ricevute dai sindacati sui principali punti al centro della trattativa: non soltanto sull’aumento delle retribuzioni, ferme al livello del Ccnl siglato sei anni fa, ma anche sulle richieste di nuove misure a contrasto della precarietà, di garanzie nei casi di successione negli appalti, di misure di contrasto alla violenza e alle molestie sui luoghi di lavoro, di un’estensione dei congedi e di un maggiore sostegno alla genitorialità.
LA FILCAMS CGIL «Di certo non possiamo permettere arretramenti sul piano retributivo e normativo, tanto più in un settore nel quale le associazioni datoriali lamentano ogni anno difficoltà nel reperire personale qualificato, quasi non comprendessero che la sostenibilità occupazionale passa anche attraverso un buon contratto e un’adeguata retribuzione». Così la coordinatrice regionale della Filcams Marika Baio, che ricorda come siano già undici i contratti sottoscritti nel 2014 da Cgil, Cisl e Uil nel terziario, nel commercio e nella filiera del turismo.
LA FISASCAT CISL «Se avevamo compreso le difficoltà nel rinnovare il contratto legate al periodo post Covid – osserva il segretario della Fisascat-Cisl Adriano Giacomazzi – diventa impossibile comprendere le motivazioni in un settore che oggi vanta numeri addirittura migliori del 2019, dove i fatturati aumentano ma manca la disponibilità a riconoscere dignità anche economica ai lavoratori. Ci chiediamo se sia un caso il fatto che anche in questo settore le associazioni con riferimento in Confindustria sono quelle più restie ai rinnovi».
LA UILTUCS UIL Duro anche il segretario della Uiltucs Fvg Matteo Calabrò: «Se i numeri di affluenza sono in continua crescita, persino superiori all’ultimo anno pre-Covid, il 2019, i salari dei lavoratori del Ccnl industria turistica sono al palo da 6 anni», dichiara. «Nonostante questo – prosegue Calabrò – ci troviamo di fronte ad associazioni datoriali cieche, che addirittura rilanciano al ribasso, in controtendenza con l’andamento dei bilanci e l’escalation dei prezzi, e vogliono un arretramento delle condizioni normative e dei diritti sociali».