Cop 28, approvato a Dubai il il Global stocktake. Riduzione del fossile con la formula transition away. Fuffa diplomatica o passo avanti?
I 197 Paesi riuniti a Dubai alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite hanno approvato per consenso il Global stocktake, il bilancio degli impegni presi a tutela dell’ambiente. Quanto questo si tradurrà in azione concrete è oggi difficile valutarlo. Comunque alla fine la bozza preparata dagli Emirati Arabi Uniti è stata adottata senza obiezioni. “Dal profondo del mio cuore, grazie”, ha detto il presidente di Cop28 Sultan al Jaber. Abbiamo percorso insieme una lunga strada in un breve lasso di tempo. Abbiamo lavorato duramente per garantire un futuro migliore alla nostra gente e al Pianeta. Dovremmo essere orgogliosi dei risultati storici. Il mio paese, gli Emirati Arabi Uniti, è orgoglioso del suo ruolo nell’aiutarvi ad andare avanti. Abbiamo presentato un solido piano d’azione per mantenere l’1,5°C a portata di mano – ha aggiunto -. È un piano equilibrato che affronta le emissioni ed è costruito su un terreno comune. Si tratta di un pacchetto storico per accelerare l’azione sul clima. Molti dicevano che ciò non poteva essere fatto. Per la prima volta, per ridurre il metano e le emissioni, nel nostro accordo finale è presente un testo sui combustibili fossili. Siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo. Dobbiamo trasformare questo accordo in un’azione tangibile. Se ci uniamo, possiamo avere un profondo effetto su tutto il nostro futuro. L’inclusione ci ha fatto andare avanti nei giorni difficili. Tutti sono stati ascoltati, dai popoli indigeni ai giovani fino al Sud del mondo. Abbiamo riformulato il dibattito sui finanziamenti per il clima. Abbiamo integrato l’economia reale nella sfida climatica”.
Ed in effetti è il primo testo della Conferenza che contiene l’espressione combustibili fossili e non era scontato tanto che è stato accolto con un lungo applauso dai delegati dopo l’ennesima notte di negoziazione. Come è noto la Cop28 doveva essere già terminata ma le bozze precedentemente proposte erano riuscite a scontentare praticamente tutti. Così è stata necessaria un’ulteriore mediazione, che è stata approvata senza un vero e proprio voto e questo, secondo gli osservatori più attenti, ne indebolisce la forza. Nel testo l’impegno dei 197 Paesi più la rappresentanza dell’Unione europea a ridurre le emissioni di gas serra viene espresso con la formula transition away: transitare fuori dai combustibili fossili e accelerare tale azione «in questo decennio cruciale al fine di raggiungere la neutralità del carbonio nel 2050». Questo il compromesso raggiunto negli Emirati Arabi Uniti, in un documento di 21 pagine che non reintroduce il termine «uscita» inviso ai paesi produttori di petrolio ma vuole essere un tentativo di affrontare il futuro di tutti i combustibili fossili, petrolio, gas e carbone. Siamo ciò che facciamo non quello che diciamo, quindi sono importanti le azioni che metteremo in campo, ha detto il presidente della Cop28 Sultan Al Jaber, con una piroetta degna della migliore tradizione diplomatica.
Le misure previste dal Global Stocktake
Alla Conferenza sul clima di Parigi nel 2015 fu stabilito che dal 2023, e poi ogni 5 anni, i Paesi avrebbero dovuto produrre un documento di verifica sulla politiche messe in atto per rispettare gli impegni presi per contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi e non solo. Oggi il primo Global Stocktake è stato approvato a Dubai non senza difficoltà. Tra le misure da adottare per restare in linea con l’obiettivo +1,5 gradi, presenti al punto 28 sui combustibili fossili, vi è la necessità di triplicare la capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili, e raddoppiare la media globale del tasso annuo di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030, accelerare gli sforzi per diminuire gradualmente l’energia prodotta dal carbone non abbattuto e verso sistemi a zero emissioni nette. Obiettivi forse alla portata se si inizia immediatamente e questo non è scontato. «Transition away», transizione (e non phase out che aveva fatto innervosire i paesi Opec), dai combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato e equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro il 2050 in linea con la scienza. Ancora, nel documento è previsto di accelerare nelle tecnologie a zero e a basse emissioni, con energie rinnovabili, nucleare, tecnologie di abbattimento e rimozione come la cattura del carbonio e utilizzo e stoccaggio, in particolare nei settori difficili da abbattere, e nella produzione idrogeno a basse emissioni di carbonio produzione. Tra gli impegni, quello di ridurre le emissioni prodotte dal trasporto stradale, con la realizzazione di nuove infrastrutture e la diffusione di veicoli a zero e a basse emissioni, e la graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili.